venerdì 3 febbraio 2012

Padani: Vitalizio o morte

Forse tra le nuove regole introdotte alla Camera per sforbiciare (si fa per dire) la Casta, l’introduzione del sistema contributivo è la più seriosa. Tale norma sposta l'età minima di accesso al vitalizio da 50 a 65 anni, con un periodo minimo contributivo di cinque anni.
Per ogni ulteriore anno di mandato l'età viene diminuita di un anno, fino a un massimo di 60 anni. Insomma un buffetto ai biricchini.
Ebbene, sono passate appena 48 ore che i seguaci di Alberto da Giussano, i terribili flagellatori di costumi della "partitocrazia romana", gli spaventosi fustigatori della casta di “Roma ladrona”,  si attaccano allo spadone per una nuova crociata: Vitalizio o morte.

Infatti su ventisei ricorsi, già presentati contro il nuovo sistema contributivo, ben 15 sono di deputati o ex-deputati della Lega Nord! Gli altri ricorrenti sono 7 del Pdl, 3 dell'Ulivo, uno del Prc.
C’è da rimanere senza parole nel vedere Fabio Padovan ricorrere contro il nuovo vitalizio: lui, ex leghista, fondatore del Life e  tra i pochi sostenitori dei Serenissimi durante il processo...
Non c’è da meravigliarsi invece nel leggere i nomi di Enrico Cavaliere, ex presidente del Consiglio Regionale Veneto, implicato nel fallimento del villaggio padano in Croazia, e di Edouard Ballaman, ex presidente del Consiglio Regionale del Friuli Venezia Giulia (dimessosi per essere andato a prendere la suocera all’aeroporto con l’auto blu) ed ex portabandiera del Bingo padano.

Con il  salvataggio di Cosentino,  gli investimenti in Tanzania e il Vitalizio o morte, i legaioli sono oramai più campani di Gava e Cirino Pomicino, più romani di Sbardella, più siciliani di Ciancimino. Più federalisti di così si muore. GPS

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