domenica 3 giugno 2007

Una supplica :chiudiamo la fase neoco(j)on.

"L'analisi del voto, questa volta, non è così difficile: il centrodestra conta i suoi voti e li trova tutti, anzi qualcuno in più. Il centrosinistra conta i suoi voti e ne trova parecchi di meno, perché in tanti non sono andati a votare. Questo darà modo alle varie componenti della maggioranza - secondo tradizione - di rinfacciarsi a vicenda la colpa della sconfitta. Ma temo che la verità sia più radicale e perfino più severa: lo scollamento tra l'elettorato di sinistra e i suoi rappresentanti è pauroso. Dopo anni che in molti borbottano "se continuate così non vi votiamo più", questa volta lo hanno fatto. Perché, per quanto il rapporto con la politica sia meno ideologico, più pragmatico, quando si va a votare si cerca o si spera di potersi specchiare, almeno a tratti, nel proprio eletto. Si cerca o si spera di vedere rappresentate le proprie idee, di sentire difendere la propria identità culturale, o quello che ne rimane. La gente di sinistra chiede ai suoi capi di difendere i valori repubblicani (laicità dello Stato, uguaglianza di diritti e doveri, dignità del lavoro) e di battersi per alcune opzioni politiche che segnano, eccome, la differenza con la destra (welfare, legalità, primato della scuola pubblica, primato degli interessi sociali). Ma l'establishment di sinistra, da qualche annetto, pare occupato soprattutto a discutere il proprio organigramma e a scannarsi sulle regole interne. Parla di se stesso, ossessivamente. E non gli rimane il tempo per parlare alla sua gente, e per ascoltarla" (Michele Serra su Repubblica).

Sapete cosa mi dà più fastidio e mi fa più rabbia di questa faccenda? Che purtroppo il Michele Serra ha ragione.
Ho l’impressione che questo governo, con tutte le buone intenzioni e volontà, è nato male e volerlo tenere in vita mi sembra un inutile accanimento terapeutico, visto che è un malato che in fondo vuole lasciarsi morire.
Se sarà ricordato da noi che l’abbiamo votato solo per ciò che non ha fatto sarà solo per colpa sua.
E’ inutile piangere ora, se non ha messo mano alla legge sul conflitto di interessi, se non ha fatto una legge sulle telecomunicazioni, se ha lasciato i megafoni che contano in mano alla destra e si è limitato a comunicare con gli italiani con i segnali di fumo.
Se ha lasciato che i media dipingessero ogni giorno Prodi come il classico “sfighé” capitato non si sa come al suo posto.
Le connaturate divergenze che affliggono il centrosinistra, in questo primo anno, la destra ci ha inzuppato il biscotto e lo ha fatto a reti unificate contribuendo ad indebolire un governo che non ha fatto nulla per rafforzarsi. Anche a destra litigano, ma non lo veniamo mai a sapere, è questa la differenza, tutto a porte chiuse.
Noi invece gli spintoni, i calci negli stinchi e le parolacce ce le diamo in piazza del mercato e ben sicuri che ci sia qualche telecamera che ci riprenda. Ma si può essere più fessi?
Basta leggere i commenti di gran parte dei dirigenti sinistrosi sulle ultime amministrative: Il Diliberto
(il Gasparri di sinistra) gongola perché il suo partito è avanzato dal 2,3 al 2,4 . I rifondaroli sono incazzati, perchè in quel di Vicenza, dopo la grande lotta contro la base, hanno finito le cartucce e sono dimezzati. Il Mastella e il Pecoraro, noi non c’entriamo è colpa degli altri, il Di Pietro che ogni tanto ci mette un po’ del suo. Infine ci si è pure messo il Mussi, noi avanziamo a Ginestra di Sopra, è tutta colpa del Partito Democratico, (che non c’è ancora). Se non chiudiamo questa infelice pagina dei neoco(j)on, ci ritroveremo presto il Berlusca, che sta affilando i sondaggi e, visto che Prodi non ha nemmeno pensato a riformare la legge elettorale, si rischia di tornare a votare con 23 partiti, con milioni di elettori di sinistra schifati e una destra che vede un possibile grande ritorno all’orizzonte. C’è proprio poco da stare allegri. GPS

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