L’effetto BLOG Il Senio mormora si sta dilatando. Altri soggetti istituzionali del territorio ci tengono a dire la loro sulla questione del Parco della Vena del gesso.
Questa volta le dichiarazione arrivano da una nota congiunta redatta da Giorgio Sagrini, presidente della comunità montana dell’Appennino faentino e sindaco di Casola Valsenio; Cesare Sangiorgi, sindaco di Brisighella e vice presidente della comunità montana; Emma Ponzi, sindaco di Riolo Terme ed assessore della comunità montana.
Questo il testo:
“Non cerchiamo polemiche, le abbiamo sempre evitate, abbiamo cercato di mantenere il dialogo entro i limiti propri del rapporto tra istituzioni pubbliche ma adesso basta rinvii, basta attese. La necessaria ricerca del consenso, da parte di tutti i soggetti sociali interessati, e in particolare delle Organizzazioni professionali agricole per la rilevante funzione di rappresentanza sociale che esprimono, non può e non deve impedire che la Legge Regionale istitutiva del Parco della Vena dei Gessi Romagnola, la n.10 del 21 febbraio 2005, venga applicata”.
Ed ancora “Applicazione della Legge e ricerca del confronto e del consenso non confliggono. Anzi, è solo con l’assunzione delle proprie responsabilità da parte di tutti, istituzioni pubbliche e rappresentanze sociali, che si può realizzare il confronto e costruire il consenso sulle finalità e sulle modalità di gestione del Parco, e che si può valutare la complessità dei problemi e delle necessità finanziarie ma anche delle opportunità che si potranno cogliere, in termini di sviluppo agricolo, di valorizzazione economica e turistica e più efficace tutela e protezione ambientale per l’area del Parco e per l’intera area collinare”.
Nel documento si evidenzia anche dell’altro “Alla Provincia di Ravenna, in diverse occasioni, insieme alla Comunità Montana della Valle del Santerno, abbiamo chiesto di fare l’unica cosa possibile: presentare alla Regione, per l’approvazione, la proposta di atto costitutivo dell’ente di gestione del Parco, come previsto dall’art.3 della LR 10/2005. Il testo dell’atto costitutivo e dello statuto dell’Ente sono pronti da tempo e sono il risultato di una concertazione istituzionale che le due Comunità Montane, della Valle del Santerno e dell’Appennino Faentino, hanno sempre ricercato. Solo così – concludono gli amministratori - si potrà procedere con tutti gli atti, complessi e impegnativi, ancora da compiere (tra cui la redazione e approvazione del Piano Territoriale che dovrà stabilire, tra l’altro, la zonizzazione e perimetrazione definitiva del Parco) per dare piena attuazione al Parco e dispiegarne le potenzialità a beneficio dell’economia turistica e rurale, a tutela di un patrimonio ambientale e naturale straordinario”. (Riccardo Isola Ufficio Stampa Unione dei Comuni)
Questa volta le dichiarazione arrivano da una nota congiunta redatta da Giorgio Sagrini, presidente della comunità montana dell’Appennino faentino e sindaco di Casola Valsenio; Cesare Sangiorgi, sindaco di Brisighella e vice presidente della comunità montana; Emma Ponzi, sindaco di Riolo Terme ed assessore della comunità montana.
Questo il testo:
“Non cerchiamo polemiche, le abbiamo sempre evitate, abbiamo cercato di mantenere il dialogo entro i limiti propri del rapporto tra istituzioni pubbliche ma adesso basta rinvii, basta attese. La necessaria ricerca del consenso, da parte di tutti i soggetti sociali interessati, e in particolare delle Organizzazioni professionali agricole per la rilevante funzione di rappresentanza sociale che esprimono, non può e non deve impedire che la Legge Regionale istitutiva del Parco della Vena dei Gessi Romagnola, la n.10 del 21 febbraio 2005, venga applicata”.
Ed ancora “Applicazione della Legge e ricerca del confronto e del consenso non confliggono. Anzi, è solo con l’assunzione delle proprie responsabilità da parte di tutti, istituzioni pubbliche e rappresentanze sociali, che si può realizzare il confronto e costruire il consenso sulle finalità e sulle modalità di gestione del Parco, e che si può valutare la complessità dei problemi e delle necessità finanziarie ma anche delle opportunità che si potranno cogliere, in termini di sviluppo agricolo, di valorizzazione economica e turistica e più efficace tutela e protezione ambientale per l’area del Parco e per l’intera area collinare”.
Nel documento si evidenzia anche dell’altro “Alla Provincia di Ravenna, in diverse occasioni, insieme alla Comunità Montana della Valle del Santerno, abbiamo chiesto di fare l’unica cosa possibile: presentare alla Regione, per l’approvazione, la proposta di atto costitutivo dell’ente di gestione del Parco, come previsto dall’art.3 della LR 10/2005. Il testo dell’atto costitutivo e dello statuto dell’Ente sono pronti da tempo e sono il risultato di una concertazione istituzionale che le due Comunità Montane, della Valle del Santerno e dell’Appennino Faentino, hanno sempre ricercato. Solo così – concludono gli amministratori - si potrà procedere con tutti gli atti, complessi e impegnativi, ancora da compiere (tra cui la redazione e approvazione del Piano Territoriale che dovrà stabilire, tra l’altro, la zonizzazione e perimetrazione definitiva del Parco) per dare piena attuazione al Parco e dispiegarne le potenzialità a beneficio dell’economia turistica e rurale, a tutela di un patrimonio ambientale e naturale straordinario”. (Riccardo Isola Ufficio Stampa Unione dei Comuni)
Questo comunicato stampa è oggi ripreso dal Corriere di Romagna e da La Voce di Romagna. GPS
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