domenica 28 ottobre 2007

Veltroni: Siamo il primo partito, l'era Berlusconi è finita

Il 'programma' di Veltroni per il Partito democratico

«Siamo giunti sin qui, si è aperta una porta di speranza». Con queste parole, prese a prestito dalla rivoluzione democratica inglese, il segretario del Partito democratico Walter Veltroni ha iniziato il suo discorso all'assemblea costituente a Milano, dopo l'intervento di Prodi e la successiva proclamazione del neo segretario.
«Finalmente i democratici, i riformisti italiani, hanno un partito. Una casa comune, grande e nuova. Il sogno che insieme a Romano Prodi abbiamo coltivato per così tanto tempo è diventato realtà» ha detto il sindaco di Roma, ribadendo per l'ennesima volta che il neonato Partito democratico non sarà «il partito del leader». Anche Veltroni, come Prodi, ha apprezzato la numerosa presenza femminile. «Non era mai successo che una platea così vasta fosse composta per la metà da donne. Voglio ribadirlo: in tutti gli organismi dirigenti e in tutte le sedi della rappresentanza il 50% sarà composto da donne».

SOSTEGNO A PRODI - Poi una dichiarazione di sostegno incondizionato al governo: «Voglio, Romano, che tu sappia di poter contare sul sostegno convinto e deciso del tuo partito, del Partito Democratico». E su Berlusconi «Si è candidato a premier già quattro volte, la prossima sarebbe la quinta. Non è mai successo in nessuna parte del mondo. Nessuno può fare rispetto al Paese la parte del passante».
L' ERA BERLUSCONI E' FINITA

"La destra ha governato il Paese per sette di questi ultimi 13 anni. il leader dell'opposizione si è candidato alla presidenza del Consiglio già quattro volte, la prossima sarebbe la quinta e questo non succede in nessun paese del mondo", ha detto il segretario del Partito democratico all'assemblea costituente. "Nessuno - ha aggiunto - può fare la parte del passante o negare la propria quota di responsabilità nella crisi del nostro sistema. Sette anni di governo non sono un giorno. Con lo stesso numero di anni molte città italiane sono cambiate profondamente".
NO A ELEZIONI ANTICIPATE - Dal neosegretario del Pd anche una precisazione sull'ipotesi da più parti ventilata in questi giorni di un ritorno alle urne. «Noi vogliamo che il nostro paese non precipiti verso le elezioni anticipate» dice Walter Veltroni. A giudizio del leader democratico, il voto anticipato sarebbe «irresponsabile» non solo per la caduta del governo Prodi ma anche perchè si andrebbe alle urne con la stessa legge elettorale. E proprio in merito alla riforma della legge elettorale Veltroni sottolinea anche di non aver partecipato «all' assunzione di questo o quel modello elettorale, perchè - dice - vorrei ricercare il punto di convergenza più ampio sia tra noi ma anche tra tutte le forze politiche».
FISCHI PER DE MITA - Via libera per alzata di delega al dispositivo del documento conclusivo dell’assemblea costituente del Pd, proposto ai delegati da Walter Veltroni. L’approvazione, che ha concluso l’assemblea alla nuova Fiera di Milano, è avvenuta per alzata di delega. Al primo punto del documento vi è la nomina con effetto immediato di Dario Franceschini quale vicesegretario, ovvero numero due del partito. Brusio e qualche contestazione si sono levati in platea quando Anna Finocchiaro ha letto il nome dell’ex premier Ciriaco De Mita tra i componenti della commissione incaricata di regidere lo statuto del nuovo partito.
CRISI - Da Veltroni un accenno alla crisi in cui versa il Paese. «L'Italia è malata. La sua malattia è la crisi evidente del nostro sistema democratico» ha detto il segretario del Pd, rivolgendo «un appello a tutte le forze politiche italiane, di maggioranza e di opposizione». Premesso che Veltroni opterebbe per un modello alla francese, il leader del Pd precisa: «Sia chiaro, dobbiamo imparare, noi per primi, che la Costituzione si cambia solo insieme, che non può reggere un Paese in cui ogni maggioranza che vince si fa le riforme che vuole».
PRIMARIE - Veltroni ha ricordato i 3,5 milioni di italiani che hanno votato alle primarie. «Tre milioni e mezzo di persone si sono dette disposte a dare credito al nostro partito ma a una precisa condizione: che il Partito Democratico dia loro la concreta possibilità di far sentire e far valere la loro voce». Perché, aggiunge Veltroni, «una cosa deve essere chiara e da domani praticata in ogni atto concreto di costruzione del partito: il voto del 14 ottobre è stato un voto per il cambiamento e non per la continuità». Veltroni ha negato che nella notte ci siano state riunioni di correnti all'interno del Pd. «Non è così, non ci sono state e non ci saranno correnti. Il Pd sarà un grande partito di popolo, estraneo alle leogiche correntizie».
CITTADINI - Per Veltroni, il Partito Democratico «non potrà essere un partito tradizionale di iscritti, secondo i modelli già conosciuti nel '900» ma sarà un partito di cittadini-elettori. «Il nostro vero problema adesso è come evitare di mettere il vino nuovo in otri vecchi, combattere la tentazione di inquadrare quest'enorme novità dentro schemi tradizionali». Perché, aggiunge Veltroni, se si ragiona con il vecchio schema della forma partito «davvero avremmo fatto una cosa certamente utile ma in definitiva modesta: da due partiti ne avremmo ricavato uno». Le primarie, prosegue Veltroni, hanno fatto emergere «un nuovo protagonista: non più l’iscritto-tesserato né il politico professionista remunerato ma il cittadino-elettore attivo».
14 OTTOBRE COME MODELLO - «Le decisioni rilevanti dovranno essere prese con il metodo delle primarie aperte, ovvero dando la parola e lo scettro ai cittadini-elettori. Con il metodo delle primarie si sono scelti e si sceglieranno il leader e i segretari del partito a livello regionale; e lo stesso dovrà avvenire per i candidati alle massime cariche di governo nelle regioni, nelle province e nei comuni» ha aggiunto Veltroni. Dunque, seguendo quel metodo aperto che ha ben funzionato il 14 ottobre, il Pd avrà come tratti fondanti «autonomia e federalismo nel tentativo di unire gli obiettivi dell’aderenza alle peculiarità locali e della coerenza con il disegno politico nazionale» ha detto Veltroni, sottolineando che saranno «apertura e pluralismo il modo di funzionare di una organizzazione che poco o nulla avrà a che fare con le vecchie e tradizionali strutture di lavoro».
MAFIA - Il dibattito generale all’assemblea costituente si è concluso con il toccante intervento di Maria Falcone, sorella del giudice ucciso dalla mafia. Poi sul palco degli oratori è tornato Walter Veltroni per quella che ha voluto definire «non una replica come tradizionalmente si usa fare, ma una testimonianza della soddisfazione sulle molte osservazioni fatte, su come deve essere e agire il nuovo Partito Democratico». «La questione del Sud e della lotta alla mafia è per noi una frontiera di impegno primario - ha detto -. Si è insistito sulla necessità di affrontare la questione settentrionale, che ha maturato una sensazione di distacco, ma per un grande partito come il Pd non è di minore importanza la consapevolezza che il Mezzogiorno chiede un salto di attenzione, di innovazione e di politica».
Video Intervento di Veltroni da youtube : Prima parte Seconda parte. GPS

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