martedì 6 novembre 2007

L’ultima cartuccia di Bellachioma

Lo aveva detto Bellachioma, non "spallo" più e noi avevamo scritto ci si può fidare di Bellachioma come del becchino che ti viene a prendere le misure, facile profezia, ma ora ha rimasto solo una cartuccia.
Lo scenario: tratto (da affariitaliani.it):
Prodi 1 - Berlusconi 0. Sconfitto sulle pregiudiziali di costituzionalità, a questo punto al Cavaliere non resta che il voto finale sulla Finanziaria, sul quale quasi certamente verrà posta la questione della fiducia, per far cadere il governo. Se il premier è più forte dopo la prima prova a Palazzo Madama sulla manovra economica, a giocarsi tutto è proprio il leader di Forza Italia. Che nelle scorse settimane ha assicurato che l'esecutivo sarebbe caduto a novembre. E lo ha detto tante di quelle volte che ormai gli stessi elettori di Centrodestra si aspettano la crisi.
Il Cavaliere ora però ha a disposizione solo una cartuccia: il 14 novembre (o la mattina del 15), ovvero quando ci sarà a Palazzo Madama il voto finale sulla manovra. Negli ultimi giorni l'ex presidente del Consiglio ha abbassato il tiro ed è rimasto in sordina, senza più evocare l'immediata caduta del Professore. Due le ipotesi: o Berlusconi vuole giocare l'effetto sorpresa proprio nel passaggio chiave della Finanziaria (i famosi senatori pronti a mollare il Centrosinistra) oppure sa che l'Unione si è ricompattata e non vuole rischiare il boomerang.
In questo secondo caso, però, il boomerang è già partito. Il numero uno di Forza Italia è riuscito a tenere insieme la Casa delle Libertà proprio con la promessa che il governo Prodi sarebbe presto caduto e che il Paese sarebbe tornato alle urne in primavera. Da qui anche il riavvicinamento di Casini al Polo (per il quale è già pronta la poltrona di ministro degli Esteri in caso di ritorno di Berlusconi a Palazzo Chigi).

Ma se il 15 novembre il Professore fosse ancora in sella, con la Finanziaria approvata dal Senato, all'interno del Centrodestra tutto cambierebbe
Il Cavaliere quindi si gioca tutto. Anche il progetto di federazione della Casa delle Libertà rilanciato sabato scorso al convegno veronese di Giovanardi. Ora gli è rimasto solo il 14 novembre per far cadere l'esecutivo, anche perché una (probabile) sconfitta del governo su uno dei tanti emendamenti della maggioranza o dell'opposizione non porterebbe che alle dimissioni di Prodi. Questa volta Silvio non avrà né alibi né scuse, se fallisce sarà ko. E bye-bye Palazzo Chigi...
E stavolta sarebbe la fine: Incrociamo le dita: GPS

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