lunedì 7 gennaio 2008

Non resta che il calendario della contadina

Per i contadini che vedevano il prezzo del grano fermo alle stesse cifre da 50 anni il raddoppio del prezzo (da €18 a €36/quintale) è una bella cosa, per i consumenti un po’ meno.
Ma se fate un conto veloce: per fare un chilo di pane basta meno di un chilo di grano.. Quindi la parte del prezzo che va ai coltivatori è qualcosa come 25 centesimi per un chilo di pane.
Così il povero agricoltore rimane col culo per terra anche questa volta. E’ la catena degli avvoltoi e distributori speculatori che ingoia il tutto, in questo come in altri settori.
Causa primaria di questo rialzo è stato il brutto tempo nelle aree chiave di produzione del grano, come il Canada e alcune parti dell’Europa. La riduzione dei raccolti ha di conseguenza limitato le provviste facendo salire la paura si un ammanco per le scorte future e dunque un aumento improvviso della domanda in particolare nelle economie emergenti come l’India ecc. Secondo le previsioni ufficiali degli Stati Uniti le riserve di frumento globali scivoleranno ai loro minimi livelli dagli ultimi 30 anni.
«La farina costa 41 centesimi al chilo, il pane cinque volte tanto. Questo aumento non ha giustificazione». Aveva deto anche Romano Prodi a Porta a Porta. Secondo il presidente del Consiglio «il rincaro delle materie prime esiste, ma qualcuno ne sta approfittando un po' troppo».
Non sono certo gli agricoltori, infatti, i responsabili dei prezzi più alti: «i redditi in Italia sono diminuiti negli ultimi cinque anni», dicono alla Confederazione Italiana degli agricoltori (Cia). I ricavi sono scesi del 12,6% negli ultimi cinque anni, mentre in Europa salivano del 6 per cento.
Al povero agricoltore non resta che darsi al “Calendario della contadina” come hanno fatto i loro colleghi svizzeri. GPS

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