Ieri mattina a Riolo Terme, in contemporanea con l’insediamento del primo consiglio del Parco
Regionale della Vena del gesso romagnola, gli agricoltori sono scesi sul sentiero di guerra portando nelle vie del paese oltre duecento persone e una decine di trattori per ribadire che a loro avviso che gli accordi non erano stati rispettati.
Regionale della Vena del gesso romagnola, gli agricoltori sono scesi sul sentiero di guerra portando nelle vie del paese oltre duecento persone e una decine di trattori per ribadire che a loro avviso che gli accordi non erano stati rispettati.
Allora noi che siamo curiosi e non ci accontentiamo degli spot pubblicitari ci chiediamo: quali sono gli accordi che non sono stati rispettati e da chi? Come si dice da queste parti, la cosa “singavagna”. Stando alle dichiarazioni fatte alla stampa locale da alcuni responsabili delle organizzazioni agricole il contendere sarebbe che: “nel consiglio del parco ci sono solo i rappresentanti degli Enti locali”.
E qui si scopre l’acqua calda e a scoppio ritardato. Voglio solo ricordare che la legge che determina la composizione del consiglio del parco è la legge regionale N.6 del 2005 che recita: “gli Enti di gestione dei Parchi regionali sono rappresentati da Consorzi di Enti locali costituiti dalla/e Provincia e dai Comuni e dalla/e Comunità Montana/e territorialmente interessati”.
Ora tutti fanno finta di dimenticarsi che tale legge è stata condivisa e approvata da tutte le organizzazioni agricole e fece parte di un ampio dibattito e confronto, proprio con le organizzazioni agricole, che permise anche l’emanazione della legge regionale n. 161/2005 istitutiva del Parco Regionale della vena del gesso, legge anch’essa approvata dalle associazione di categoria agricole.
Tale dispositivo di legge, viene poi recepito dallo statuto del parco:
“ ll Consiglio è composto dai rappresentanti degli Enti consorziati, nelle persone del Sindaco o del Presidente o loro delegati”.
Le quote di partecipazione dei singoli Enti al Consorzio sono determinate come segue:
- Provincia di Ravenna 30 %
- Provincia di Bologna 20 %
- Comunità Montana Appennino Faentino 2 %
- Comunità Montana Valle del Santerno 2 %
- Comune di Borgo Tossignano 12 %
- Comune di Brisighella 13 %
- Comune di Casalfiumanese 2 %
- Comune di Casola Valsenio 8 %
- Comune di Fontanelice 3 %
- Comune di Riolo Terme 8%
Perché allora se tutti sapevano ed avevano condiviso oggi si sotterra l’ascia di guerra?
Probabilmente il contendere va ricercato da qualche altra parte.
Sulla guerra al parco, alcune forze politiche (la destra per non fare nomi) hanno trovato il loro predellino di visibilità e l’indizio della loro esistenza politica. Un classico che non stupisce più di tanto, poi oggi è molto di moda.
Per le associazioni di categoria la cosa è un po’ più complicata. Una parte è ideologicamente da sempre contro il parco, un’altra parte, più avveduta ed attenta vede nel parco un’opportunità e la vogliono giocare.
Le due anime non riescono a sciogliere la contraddizione allora adottano il “Il facimme a muina”.
Il facimme a muina (lett. facciamo la moina e che rispolvero per l’occasione), è un modo di dire che pare risalga al Regno delle Due Sicilie. Precisamente ad un comando utilizzato nella règia marina nel corso d'ispezioni a bordo di navi. Infatti al comando: "facimme a muina", tutti i marinai si mettevano in moto spostandosi da una parte all’altra della nave. I marinai non facevano assolutamente nulla, ma davano all’ esterno l’ impressione di frenetica ed organizzata attività e che ci fosse un lavorare della madonna. E tutti vissero felici e contenti.
Tornando alla giornata di ieri, una delegazione di agricoltori è stata poi ricevuta dagli amministratori del parco, che nel frattempo avevano eletto Guido Tampieri alla presidenza del consiglio.
Sentite le rassicurazione del neo presidente (conferma di 3 posti su 5 nel Comitato esecutivo dell’ente parco compreso il presidente, per capirci paragonando con una giunta, tre assessori e il Sindaco), gli agricoltori hanno sotterrato l’ascia di guerra: “ Abbiamo preso atto della disponibilità degli amministratori ad incontrarci a breve”. GPS
E qui si scopre l’acqua calda e a scoppio ritardato. Voglio solo ricordare che la legge che determina la composizione del consiglio del parco è la legge regionale N.6 del 2005 che recita: “gli Enti di gestione dei Parchi regionali sono rappresentati da Consorzi di Enti locali costituiti dalla/e Provincia e dai Comuni e dalla/e Comunità Montana/e territorialmente interessati”.
Ora tutti fanno finta di dimenticarsi che tale legge è stata condivisa e approvata da tutte le organizzazioni agricole e fece parte di un ampio dibattito e confronto, proprio con le organizzazioni agricole, che permise anche l’emanazione della legge regionale n. 161/2005 istitutiva del Parco Regionale della vena del gesso, legge anch’essa approvata dalle associazione di categoria agricole.
Tale dispositivo di legge, viene poi recepito dallo statuto del parco:
“ ll Consiglio è composto dai rappresentanti degli Enti consorziati, nelle persone del Sindaco o del Presidente o loro delegati”.
Le quote di partecipazione dei singoli Enti al Consorzio sono determinate come segue:
- Provincia di Ravenna 30 %
- Provincia di Bologna 20 %
- Comunità Montana Appennino Faentino 2 %
- Comunità Montana Valle del Santerno 2 %
- Comune di Borgo Tossignano 12 %
- Comune di Brisighella 13 %
- Comune di Casalfiumanese 2 %
- Comune di Casola Valsenio 8 %
- Comune di Fontanelice 3 %
- Comune di Riolo Terme 8%
Perché allora se tutti sapevano ed avevano condiviso oggi si sotterra l’ascia di guerra?
Probabilmente il contendere va ricercato da qualche altra parte.
Sulla guerra al parco, alcune forze politiche (la destra per non fare nomi) hanno trovato il loro predellino di visibilità e l’indizio della loro esistenza politica. Un classico che non stupisce più di tanto, poi oggi è molto di moda.
Per le associazioni di categoria la cosa è un po’ più complicata. Una parte è ideologicamente da sempre contro il parco, un’altra parte, più avveduta ed attenta vede nel parco un’opportunità e la vogliono giocare.
Le due anime non riescono a sciogliere la contraddizione allora adottano il “Il facimme a muina”.
Il facimme a muina (lett. facciamo la moina e che rispolvero per l’occasione), è un modo di dire che pare risalga al Regno delle Due Sicilie. Precisamente ad un comando utilizzato nella règia marina nel corso d'ispezioni a bordo di navi. Infatti al comando: "facimme a muina", tutti i marinai si mettevano in moto spostandosi da una parte all’altra della nave. I marinai non facevano assolutamente nulla, ma davano all’ esterno l’ impressione di frenetica ed organizzata attività e che ci fosse un lavorare della madonna. E tutti vissero felici e contenti.
Tornando alla giornata di ieri, una delegazione di agricoltori è stata poi ricevuta dagli amministratori del parco, che nel frattempo avevano eletto Guido Tampieri alla presidenza del consiglio.
Sentite le rassicurazione del neo presidente (conferma di 3 posti su 5 nel Comitato esecutivo dell’ente parco compreso il presidente, per capirci paragonando con una giunta, tre assessori e il Sindaco), gli agricoltori hanno sotterrato l’ascia di guerra: “ Abbiamo preso atto della disponibilità degli amministratori ad incontrarci a breve”. GPS
2 commenti:
Questa mattina abbiamo partecipato alla manifestazione indetta a Riolo (proprio in occasione dell’insediamento dell’Ente Parco) dalle Associazioni degli Agricoltori perché non sono stati rispettati da parte delle istituzioni, cioè dei comuni con i rispettivi sindaci ( Sangiorgi, Sagrini e Ponzi) e della Provincia ( Giangrandi), gli impegni circa la presenza degli agricoltori e dei residenti negli organi di gestione del parco. Durante la manifestazione, a conferma della giustezza della protesta, è arrivata la notizia che presidente del consiglio del parco è stato eletto Guido Tampieri. Nei giorni scorsi ci eravamo chiesti come mai Tampieri, estraneo alla nostra realtà collinare in quanto non residente, era stato nominato assessore nel comune di Casola (incarico propedeutico all’entrata nel consiglio del Parco!) e perchè si stava procedendo con tanta rapidità, forzando le tappe, all’insediamento di tale organo di gestione. Sembra che nella Federparchi Nazionale, nel giro di breve tempo, si debba procedere all’elezione del Presidente e, guarda caso, il requisito per essere candidato è di avere già un incarico all’interno di un parco. Sarà questo il motivo per cui Guido Tampieri ha fatto una carriera così rapida: da assessore nominato a Casola pochi giorni fa a Presidente del Parco nominato oggi? Il nostro parco non deve essere un trampolino di lancio per “poltrone” romane e deve essere gestito dai residenti. Pertanto e come abbiamo sempre fatto, ci impegneremo per difendere il nostro territorio, i nostri residenti e agricoltori che poi sono quelli che il parco lo hanno sempre avuto nel cuore e “protetto” tramite il loro lavoro e le loro cure vincenzo galassini e marta farolfi PdL
Faccio rispettosamente osservare alle signorie vostre:
1)Lo slogan che motivava la manifestazione era: non avete rispettato i patti!: Rivelatasi una mastodontica menzogna. Gli accordi con le associazioni di categoria agricole sono fino ad oggi sono rigorosamente rispettati. Questo significa che volutamente avete tratto in inganno gli operatori agricoli.
2)Sulla nomina di Guido Tampieri state facendo una squallida speculazioni politica. Conosciamo bene, io e voi, la serietà, la competenza, la professionalità di Guido. E aggiungo io, l’unico che può contribuire a far uscire dal pantano la costituzione del Parco e finalmente far rispettare la legge. Che tutto questo vi faccia venire il prurito lo posso anche capire. Sulla sua eventuale nomina nell’ organismo che comprende tutti i parchi italiani cioè la Federparchi, non possiamo che rallegrarci che un membro del nostro parco sia presente in quell’ istituzione e il nostro territorio ne potrà solo trarre vantaggio. Sulla estraneità al territorio di Guido Tampieri, assomigliate tanto a quelli che si battono per “la difesa dell’australianità della cagata”
3)Sulla V/S difesa del nostro territorio, impedendo la realizzazione del Parco (perché questo è il vostro obbiettivo) avevate contribuito a far perdere o rischiare di far perdere (2009), al territorio che amate tanto in questi 4 anni, qualcosina come 5.000.000. Dovreste andare a raccontare anche questa storia. GPS
Posta un commento
I commenti anonimi non sono accettati, le stronzate me le scrivo da solo