Nel bel paese è sempre stagione di riforme. Come giustamente scriveva Michele Serra pochi giorni fa: “Credo di aver udito la parola "riforme" già nella mia vita prenatale, nella pancia di mamma, insieme a "Que serà serà" di Doris Day e alle voci di Renato Rascel e Mario Riva. Sono nato, cresciuto, maturato, ormai quasi incanutito sentendo dire che erano in arrivo le riforme. Doris Day, Rascel e Riva nel frattempo sono trapassati, le riforme no, le riforme ancora incombono, ancora le aspettiamo, come in un eterno avvento”. (fonte la repubblica.it)
Oggi è il Berlusconi che torna a parlarne e, ancora una volta, com’è sempre stato, pone la questione del modello che, tolto il fumo, può essere – pare – solo francese.
La strategia è chiara e oramai stantia, destabilizzare per stabilizzare. Bisogna che tutto cambi perché tutto resti uguale e comandi Papi.
Ecco allora che i berluscones ci riprovano, dicono di voler procedere sulla strada delle "riforme istituzionali", ovvero, dello scardinamento definitivo della Costituzione e del passaggio dalla Repubblica parlamentare a quella presidenziale e hanno scelto il “modello francese a un colpo secco” (nella foto).
Qualcuno preferirebbe il passaggio diretto alla monarchia ma pare che i tempi non siano ancora maturi. Il compromesso è del duo Bondi&Calderoli che prevede il ripristino degli staterelli con tanto di Padania Libera, per poi incoronare Papi Imperatore degli Stati Uniti d’Italia, estendendo tanta potenza alle terre oltre Padania nelle colonie di Terronia.
Comunque l’ attenzione è così indirizzata al chiacchericcio "delle galline che si azzuffano nel pollaio per il niente", piuttosto che occuparsi dei problemi reali. E questo, in attesa dell’impero, è già un primo risultato raggiunto.
Intanto l’85% degli italiani non glie ne frega una mazza in cosa consiste il modello semi-presidenziale o presidenziale francese, americano o tedesco.
Al primo posto per il 75% pongono chiaramente il lavoro e la disoccupazione. Il presidenzialismo è la riforma della Giustizia, temi entrambi ritenuti esclusiva degli addetti ai lavori: costituisce una priorità solo per 6 italiani su 100. (ultimo sondaggio condotto da Crespi Ricerche) W L’ Impero GPS
Oggi è il Berlusconi che torna a parlarne e, ancora una volta, com’è sempre stato, pone la questione del modello che, tolto il fumo, può essere – pare – solo francese.
La strategia è chiara e oramai stantia, destabilizzare per stabilizzare. Bisogna che tutto cambi perché tutto resti uguale e comandi Papi.
Ecco allora che i berluscones ci riprovano, dicono di voler procedere sulla strada delle "riforme istituzionali", ovvero, dello scardinamento definitivo della Costituzione e del passaggio dalla Repubblica parlamentare a quella presidenziale e hanno scelto il “modello francese a un colpo secco” (nella foto).
Qualcuno preferirebbe il passaggio diretto alla monarchia ma pare che i tempi non siano ancora maturi. Il compromesso è del duo Bondi&Calderoli che prevede il ripristino degli staterelli con tanto di Padania Libera, per poi incoronare Papi Imperatore degli Stati Uniti d’Italia, estendendo tanta potenza alle terre oltre Padania nelle colonie di Terronia.
Comunque l’ attenzione è così indirizzata al chiacchericcio "delle galline che si azzuffano nel pollaio per il niente", piuttosto che occuparsi dei problemi reali. E questo, in attesa dell’impero, è già un primo risultato raggiunto.
Intanto l’85% degli italiani non glie ne frega una mazza in cosa consiste il modello semi-presidenziale o presidenziale francese, americano o tedesco.
Al primo posto per il 75% pongono chiaramente il lavoro e la disoccupazione. Il presidenzialismo è la riforma della Giustizia, temi entrambi ritenuti esclusiva degli addetti ai lavori: costituisce una priorità solo per 6 italiani su 100. (ultimo sondaggio condotto da Crespi Ricerche) W L’ Impero GPS
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