Sotto il titolo “E la storia si ripete”. Una fotografia su alluminio alta un metro e mezzo con tre immagini : quella di un raduno nazista, quella di un raduno fascista, quella di un raduno leghista.
In realtà è la medesima rappresentazione, usata tre volte, un’assise con fior fiore di saluto romano collettivo.
In realtà è la medesima rappresentazione, usata tre volte, un’assise con fior fiore di saluto romano collettivo.
Alle pareti la prima volta svastiche, la seconda aquile di mussoliniana memoria, la terza il Sole delle alpi. Rigorosamente in verde.
E’ questa l’opera che campeggia fra le sale di ArtVerona, arrivata proprio in una delle città più leghiste (e di una Lega emotivamente suscettibile, in questo momento) d’Italia.
E’ questa l’opera che campeggia fra le sale di ArtVerona, arrivata proprio in una delle città più leghiste (e di una Lega emotivamente suscettibile, in questo momento) d’Italia.
L’ irriverente provocazione (della serie la biscia si rivolta al ciarlatano) è di Johan Frisò, cinquantenne belga trapiantato a Brescia e dicono non nuovo a “soggetti leghisti”.
Il simbolino legaiolo lo hanno sparpagliato un pò ovunque: nelle scuole, sui banchi, nelle aiuole, nelle rotonde, sui cartelli stradali, nei ponti, nelle piazze, ma in un “quadro” ed esposto all'interno della fiera dell'arte, proprio non lo capiscono e non va giù. Per questo ai legaioli del territorio, il Sole delle Alpi stavolta, ha fatto subito frullare i maroni. GPS
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