Fulvio da Busto Arsizio, si è veramente rotto di sentire il tormentone di quel calciatore morto d'infarto e così questa mattina ci ha scritto il suo punto di vista:
“Tra il 2008 e il 2009, mi sono trovato a fare l’istruttore per sei mesi presso la scuola di Polizia di Alessandria, dove addestravo un centinaio di aspiranti pompieri. Tra di loro c’era Davide che, dopo 18 anni di servizio volontario, era finalmente riuscito, a 39 anni, a entrare nel Corpo per il quale aveva una passione grande. Era il capoclasse del mio gruppo ed era sempre attento e preciso. A maggio il corso finì e tutti i nuovi Vigili furono mandati ai loro comandi provinciali. Davide Achilli fu assegnato al distaccamento di Voghera in provincia di Pavia.
Ad agosto 2009, durante le operazioni di soccorso per lo spegnimento di un cascinale in un piccolo paese sulle colline sopra Voghera, Davide morì sotto il crollo di un muro. Il suo sogno era svanito nel breve spazio di neanche tre mesi. Guadagnava 1.400 Euro al mese, come più o meno tutti noi. Per lui, solo qualche articolo di stampa e un funerale circondato dai colleghi.
In questi giorni, da domenica scorsa assisto a un’infinita sequela di articoli di giornale, di servizi televisivi e radiofonici e di interviste struggenti agli amici e ai colleghi di quel povero calciatore morto d'infarto, mentre svolgeva il suo lavoro.
Da cittadino mi chiedo se tutto ciò non stia un po’ trascendendo dalla realtà delle cose. Vorrei proprio che il mondo dell'informazione riuscisse a ritrovare una misura di sé, capace di dare il giusto peso alle cose.
Mi piacerebbe ad esempio che, da oggi in poi, lo stesso impatto mediatico fosse riservato anche a tutti quei lavoratori che perdono la vita facendo il proprio lavoro, per uno stipendio infinitamente più basso di quello di un qualsiasi calciatore di serie A o B e molto spesso, perdendola per salvarne un’altra”. Fulvio Vanetti, Capo del distaccamento dei Vigili del Fuoco di Busto-Gallarate.
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