Un comunicato del Wwf sulle ultime vicende che hanno coinvolto alcuni allevamenti nel nostro Appennino.
“Al lupo! Al lupo - versione 2007”. La caccia alle streghe di questi giorni ha per oggetto un lupo, accusato di avere massacrato sei pecore a San Martino in Pedriolo, in Comune di Casalfiumanese.Il lupo è un predatore carnivoro, altamente schivo e dalle abitudini notturne, che teme molto la presenza dell'uomo. Minacciato di estinzione negli anni '70, e protetto da convenzioni internazionali e da norme europee ed italiane, il lupo è, fortunatamente, in lenta ripresa in Italia, in Emilia-Romagna, ed anche in Provincia di Bologna, grazie al progressivo abbandono delle campagne ed all'aumento della disponibilità delle sue prede naturali sul territorio (ungulati in genere, e prevalentemente cinghialie caprioli). Questa caratteristica rende il lupo un competitore diretto di selecontrollori di ungulati e bracconieri che, in ogni modo, legale e non, cercano di limitarne la presenza e la diffusione. Nel solo anno 2007 sono già stati ritrovati in Provincia di Bologna almeno 4 lupi uccisi (con bocconi avvelenati o sparo) ed i responsabili di tali atti ora sono certamente agevolati da questo clima di allarme sociale. La difesa preventiva di un gregge di pecore o capre, tramite un recinto ben fatto (con filo spinato e con interramento alla base) e la presenza di un cane da pastore maremmano, rende assai improbabile ogni attacco di lupo che trova, invece, abbondanza in natura delle sue prede preferite ed a minor rischio.Abbinando sistemi di prevenzione, come quello citato, a sistemi di risarcimento integrale e rapido dei danni da parte della Provincia, si completa il sistema della convivenza già praticato altrove in Italia, in zone dove gli agricoltori ed i pastori parlano dei lupi del loro territorio senza paura e senza odio, come di una specie tutelata dalle istituzioni in virtù della conservazione della biodiversità, al pari di altre eventualità di rischio imprenditoriale, ma dal quale sono comunque tutelati applicando le leggi esistenti.Sul sito internet della Provincia di Bologna é presente la modulistica per ottenere i contributi per i sistemi di prevenzione ed il rimborso dei danni: alleghiamo tali documenti al presente articolo. Nel caso specifico, accertata l'assenza di ogni precauzione preventiva da parte dell'agricoltore, rimane da verificare, in base a quello che riportano i giornali, se si sia trattato effettivamente di un lupo: sui giornali si scrive di pecore sgozzate, tecnica di uccisione atipica per il lupo, che uccide le sue prede con un morso particolare al collo, senza sangue e senza soffocamento. Si tratta di libera e cruenta interpretazione del cronista, o l'opera di un cane rinselvatichito, troppo facilmente attribuita al lupo?La foto citata come “prova”, poi, non è inerente al fatto in oggetto, e non è certo neppure, a quel che è possibile vedere, che si tratti effettivaemente di un lupo. Inoltre, il lupo è comunque presente in vallata e fotografato da anni, al pari di altri animali, ma la sua presenza, certa e nota da tempo, non significa che il lupo sia responsabile di qualsiasi uccisione di animali in natura.L'impronta del lupo è, infine, praticamente indistinguibile da quella di un cane di grossa taglia come il maremmano e neppure questo elemento appare sufficiente ad attribuire al lupo questa responsabilità.Il vero fatto grave è che, lupo o cane rinselvatichito che fosse, le guardie provinciali non hanno svolto il loro dovere di ufficio, effettuando il sopralluogo dovuto. Ancor più grave è il fatto che la Provincia di Bologna, tutta presa nell'assicurare ai cacciatori ogni possibile forma di divertimento e di guadagno economico a spese della fauna selvatica, non garantisca in modo tempestivo il dovuto risarcimento integrale dei danni provocati all'agricoltura dalla fauna selvatica e la copertura delle spese dei sistemi di prevenzione.La convivenza tra l'uomo e l'ambiente è possibile, ma vecchie logiche di spartizione di interessi e di predazione delle risorse del territorio impediscono questa convivenza. Campagne di stampa, come quella dei giorni scorsi, rappresentano quanto di peggio si possa fare nella ricerca di questa convivenza, ed un grave incentivo a perpetrare certi meccanismi devastanti presenti nella caccia e nell'agricoltura. Comunicato del Wwf. (da sabatoseraonline.it) GPS
“Al lupo! Al lupo - versione 2007”. La caccia alle streghe di questi giorni ha per oggetto un lupo, accusato di avere massacrato sei pecore a San Martino in Pedriolo, in Comune di Casalfiumanese.Il lupo è un predatore carnivoro, altamente schivo e dalle abitudini notturne, che teme molto la presenza dell'uomo. Minacciato di estinzione negli anni '70, e protetto da convenzioni internazionali e da norme europee ed italiane, il lupo è, fortunatamente, in lenta ripresa in Italia, in Emilia-Romagna, ed anche in Provincia di Bologna, grazie al progressivo abbandono delle campagne ed all'aumento della disponibilità delle sue prede naturali sul territorio (ungulati in genere, e prevalentemente cinghialie caprioli). Questa caratteristica rende il lupo un competitore diretto di selecontrollori di ungulati e bracconieri che, in ogni modo, legale e non, cercano di limitarne la presenza e la diffusione. Nel solo anno 2007 sono già stati ritrovati in Provincia di Bologna almeno 4 lupi uccisi (con bocconi avvelenati o sparo) ed i responsabili di tali atti ora sono certamente agevolati da questo clima di allarme sociale. La difesa preventiva di un gregge di pecore o capre, tramite un recinto ben fatto (con filo spinato e con interramento alla base) e la presenza di un cane da pastore maremmano, rende assai improbabile ogni attacco di lupo che trova, invece, abbondanza in natura delle sue prede preferite ed a minor rischio.Abbinando sistemi di prevenzione, come quello citato, a sistemi di risarcimento integrale e rapido dei danni da parte della Provincia, si completa il sistema della convivenza già praticato altrove in Italia, in zone dove gli agricoltori ed i pastori parlano dei lupi del loro territorio senza paura e senza odio, come di una specie tutelata dalle istituzioni in virtù della conservazione della biodiversità, al pari di altre eventualità di rischio imprenditoriale, ma dal quale sono comunque tutelati applicando le leggi esistenti.Sul sito internet della Provincia di Bologna é presente la modulistica per ottenere i contributi per i sistemi di prevenzione ed il rimborso dei danni: alleghiamo tali documenti al presente articolo. Nel caso specifico, accertata l'assenza di ogni precauzione preventiva da parte dell'agricoltore, rimane da verificare, in base a quello che riportano i giornali, se si sia trattato effettivamente di un lupo: sui giornali si scrive di pecore sgozzate, tecnica di uccisione atipica per il lupo, che uccide le sue prede con un morso particolare al collo, senza sangue e senza soffocamento. Si tratta di libera e cruenta interpretazione del cronista, o l'opera di un cane rinselvatichito, troppo facilmente attribuita al lupo?La foto citata come “prova”, poi, non è inerente al fatto in oggetto, e non è certo neppure, a quel che è possibile vedere, che si tratti effettivaemente di un lupo. Inoltre, il lupo è comunque presente in vallata e fotografato da anni, al pari di altri animali, ma la sua presenza, certa e nota da tempo, non significa che il lupo sia responsabile di qualsiasi uccisione di animali in natura.L'impronta del lupo è, infine, praticamente indistinguibile da quella di un cane di grossa taglia come il maremmano e neppure questo elemento appare sufficiente ad attribuire al lupo questa responsabilità.Il vero fatto grave è che, lupo o cane rinselvatichito che fosse, le guardie provinciali non hanno svolto il loro dovere di ufficio, effettuando il sopralluogo dovuto. Ancor più grave è il fatto che la Provincia di Bologna, tutta presa nell'assicurare ai cacciatori ogni possibile forma di divertimento e di guadagno economico a spese della fauna selvatica, non garantisca in modo tempestivo il dovuto risarcimento integrale dei danni provocati all'agricoltura dalla fauna selvatica e la copertura delle spese dei sistemi di prevenzione.La convivenza tra l'uomo e l'ambiente è possibile, ma vecchie logiche di spartizione di interessi e di predazione delle risorse del territorio impediscono questa convivenza. Campagne di stampa, come quella dei giorni scorsi, rappresentano quanto di peggio si possa fare nella ricerca di questa convivenza, ed un grave incentivo a perpetrare certi meccanismi devastanti presenti nella caccia e nell'agricoltura. Comunicato del Wwf. (da sabatoseraonline.it) GPS
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