sabato 19 giugno 2010

A Pontida per salvare il soldato Aldo

Il federalismo nel bel paese, lo ripetiamo ancora, è come la pelle della maletta, ciascuno lo tira dove gli fa più comodo.
In politica poi oggi la parola federalismo ha assunto la funzione che aveva l’ Abracadabra nelle pratiche magiche della tradizione popolare.
Nessuno sa bene che cavolo sia, perché siamo oltre 50 milioni di italiani e ci sono 50 milioni di federalismi.
Ma nonostante tutto quando sentiamo la parola federalismo, magia tutti facciamo Ooh
Il federalismo è buono per tutto, dalla Lega ci ha fatto i voti, Papi lo faceva con le escort a Palazzo Grazioli fino ad arrivare alla signora Gulmina che lo mette nel ragù.
Cosi alla corte di Papi è approdato addirittura l’ Aldo Brancher, nominato ministro per l’attuazione, udite udite, al federalismo.
Ma l’ Abracadabra l’avevano già spesa. Per gli smemorati, esistevano già il ministro per il Federalismo (retto da Bossi), della semplificazione (retto da Calderoli), degli affari regionali (Fitto) e persino di quello per l’attuazione del programma (retto da Rotondi) e infine dove mettete la Santanchè, sottosegretario all' Attuazione del programma di governo.
Certo l’ Aldo (l'anello di congiunzione tra Berlusconi e Bossi) è un bel tipetto e col federalismo non c’entra una mazza.
Mitico il ricordo che fa dell’ Aldo il Papi "quando il nostro collaboratore Brancher era a San Vittore, io e Confalonieri giravamo intorno al carcere in automobile: volevamo metterci in comunicazione con lui”. (sic)
In realtà l’unico scopo della nomina, insinuano i soliti giornalisti catastrofisti, è quello di mettere al riparo il neo ministro dalle inchieste giudiziarie e potrà evitare di comparire all’udienza del 26 giugno del processo Antonveneta che lo vede indagato per appropriazione indebita in relazione a soldi incassati dall’ex numero uno di Banca Popolare di Lodi, Giampiero Fiorani.
Certo che per i legaioli andare a Pontida per salvare il didietro del soldato Aldo c’è da togliersi le corna dalla testa. GPS

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