Confessate, anche voi non vi siete accorti dell'esistenza nello scenario politico del partito repubblicano. Il PRI è uno di quei partiti che se scomparisse nessuno sentirebbe la mancanza e non meriterebbe neanche una telefonata a Chi l’ha visto.
Liquefatto all’interno del ex PDL, il ricavato due seggi a La Malfa e Nucara, se ne era persa ogni traccia.
I “due” residui di quel che resta del “più antico partito della storia unitaria”, nella pancia berlusconiana, si spaccano a metà.
La ridicola sceneggiata ce la racconta La Stampa: Il La Malfa urlò sbattendo il microfono "ho creduto nel suo sogno, signor presidente del consiglio (Papi), ma lei è ormai un sogno spento”.
Ma l'altra metà del PRI, cioè il berluscones Nucara lo raggelò: "il PRI sono io, sono io che discendo da Ugo La Malfa". Il cronista fu costretto ad interrogarsi "ma Ugo La Malfa non era il padre di Giorgio?", pare di no .
Il punto massimo di visibilità lo ha avuto quando il Nucara, segretario del benemerito Partito Repubblicano Italiano, fu incaricato a settembre della “nuova campagna acquisti di senatori e deputati” ovvero del mercato delle vacche. Raggiunse poi il top quando giubilante, appena uscito da Palazzo Grazioli, annunciò: “Habemus viginti peones”. Una notizia sfolgorante, peccato fosse una clamorosa patacata.
Tutta questa storia per arrivare a parlarvi dei repubblicani nostrani, oramai li abbiamo rimasti quasi solo in Romagna. Sempre più smarriti, rari ma come succede per i “frutti dimenticati” teniamo molto a conservarne la memoria.
D’altronde se stiamo impazzendo per conservare il formaggio di Fossa, l’uva Bacarona, il salame della Troia mora, le pere volpine, lo scalogno e i marroni di Casola non si capisce perchè non dovremmo conservare i Repubblicani di Romagna anche se sono andati a male.
Ora a primavera in provincia di Ravenna andremo a votare per il rinnovo dell’amministrazione provinciale. Sono in corso nel centrosinistra le primarie di coalizione, quattro i candidati Claudio Casadio e Serena Fagnocchi per il PD, Valentina Morigi per Sinistra e Libertà e Luisa Babini per il PRI che a Ravenna sta zigzagando nel centrosinistra.
Quello che colpisce è lo slogan con cui la Babini, segretaria provinciale Pri, si presenta a queste primarie.: “Cambiamo guida con i repubblicani”.
Per la verità sa tanto Paolo Cevoli e il suo: “Con questo cosa voglio dire? Non lo so. Però c'ho ragione e i fatti mi cosano”. Insomma anche i Repubblicani di casa nostra vogliono strombazzare con gli Apecars truccati, sarà meglio mettere i guardrails lungo tutto il Candiano. GPG
Liquefatto all’interno del ex PDL, il ricavato due seggi a La Malfa e Nucara, se ne era persa ogni traccia.
I “due” residui di quel che resta del “più antico partito della storia unitaria”, nella pancia berlusconiana, si spaccano a metà.
La ridicola sceneggiata ce la racconta La Stampa: Il La Malfa urlò sbattendo il microfono "ho creduto nel suo sogno, signor presidente del consiglio (Papi), ma lei è ormai un sogno spento”.
Ma l'altra metà del PRI, cioè il berluscones Nucara lo raggelò: "il PRI sono io, sono io che discendo da Ugo La Malfa". Il cronista fu costretto ad interrogarsi "ma Ugo La Malfa non era il padre di Giorgio?", pare di no .
Il punto massimo di visibilità lo ha avuto quando il Nucara, segretario del benemerito Partito Repubblicano Italiano, fu incaricato a settembre della “nuova campagna acquisti di senatori e deputati” ovvero del mercato delle vacche. Raggiunse poi il top quando giubilante, appena uscito da Palazzo Grazioli, annunciò: “Habemus viginti peones”. Una notizia sfolgorante, peccato fosse una clamorosa patacata.
Tutta questa storia per arrivare a parlarvi dei repubblicani nostrani, oramai li abbiamo rimasti quasi solo in Romagna. Sempre più smarriti, rari ma come succede per i “frutti dimenticati” teniamo molto a conservarne la memoria.
D’altronde se stiamo impazzendo per conservare il formaggio di Fossa, l’uva Bacarona, il salame della Troia mora, le pere volpine, lo scalogno e i marroni di Casola non si capisce perchè non dovremmo conservare i Repubblicani di Romagna anche se sono andati a male.
Ora a primavera in provincia di Ravenna andremo a votare per il rinnovo dell’amministrazione provinciale. Sono in corso nel centrosinistra le primarie di coalizione, quattro i candidati Claudio Casadio e Serena Fagnocchi per il PD, Valentina Morigi per Sinistra e Libertà e Luisa Babini per il PRI che a Ravenna sta zigzagando nel centrosinistra.
Quello che colpisce è lo slogan con cui la Babini, segretaria provinciale Pri, si presenta a queste primarie.: “Cambiamo guida con i repubblicani”.
Per la verità sa tanto Paolo Cevoli e il suo: “Con questo cosa voglio dire? Non lo so. Però c'ho ragione e i fatti mi cosano”. Insomma anche i Repubblicani di casa nostra vogliono strombazzare con gli Apecars truccati, sarà meglio mettere i guardrails lungo tutto il Candiano. GPG
Nessun commento:
Posta un commento
I commenti anonimi non sono accettati, le stronzate me le scrivo da solo