sabato 26 maggio 2007

Dichiarazione dell'On. Albonetti all'agenzia DIRE sulla riforma delle pensioni dei deputati


Roma - Addio ai privilegi per le "onorevoli" pensioni? Nel momento in cui il governo avvia con le parti sociali il "tavolo" sullo Stato sociale, il ministro del lavoro spinge perche' i trattamenti privilegiati esistenti vengano rivisti, in modo da adeguarli alle regole generali. E tra questi, ci sono quelli di cui godono i parlamentari. Il ministro Damiano ne ha fatto esplicito riferimento, pur sottolineando che il governo non ha- in questo caso- possibilità di intervento. Ma da parte della Camera gia l'ufficio dei questori e' al lavoro per giungere a una revisione perché - spiega il diessino Gabriele Albonetti- "bisogna eliminare elementi stridenti: nel momento in cui si mette mano alla revisione delle pensioni, il legislatore deve presentare se' stesso in modo coerente. Una riforma di questo sistema del vitalizio, va comunque fatta, e' ineludibile e urgente".Quello dei parlamentari e' un trattamento non esente da evidenti privilegi. Ogni deputato versa 1.070 euro al mese, cioe' a fine anno 12.500 euro. Ma poi ne percepira' qualcosa come 2.225 mensili, cioe' piu' del doppio di quanto versato. Di piu': mentre nel sistema privato, chi versa solo per 5 o 10 anni non ottiene poi nulla e perde quei contributi, i parlamentari- invece- fruiscono comunque del vitalizio. Un vitalizio che scatta ai 65 anni, eta' che tuttavia scende a 60 se il deputato ha al suo attivo due legislature.
Damiano proprio stamani alle parti sociali ha sottolineato che tra gli obiettivi del governo c'e' "la revisione per tutte le categorie dei trattamenti privilegiati esistenti. Il governo, non avendo la diretta possibilita' di intervenire sulle pensioni dei parlamentari (regolate da normative interne, ndr) si impegna a sollecitare una riflessione nelle sedi competenti al fine di adeguare i trattamenti alle regole generali del sistema pensionistico. Analogo problema riguarda le istituzioni locali".Riflessione che comunque alla Camera gia' e' in fase avanzata.Il questore Albonetti, infatti, ha "intenzione di proporre agli uffici di presidenza della Camera diverse ipotesi, su cui poi scegliere, da qui in avanti". Ovviamente, la revisione riguarderà il futuro, "non i diritti ormai acquisiti". E l'intenzione e' di giungere a una conclusione in tempi stretti: "tendo a arrivare a una proposta entro l'estate, a luglio, quando il bilancio arrivera' in aula". Presto per dire su quali leve si potrebbe agire: aumentando i contributi, riducendo il vitalizio e introducendo regole piu' vincolanti che, ad esempio, non facciano scattare il diritto all'assegno dopo 2 anni e 6 mesi. (da Agenzia DIRE)

Caro Gabriele, mi sembra cosa ragionevole, seria e di buon senso hai il nostro appoggio, questo è già qualcosina di sinistra. GPS

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