venerdì 20 marzo 2009

La canna del pastore

Il pastore dedito alla transumanza può tranquillamente farsi una canna senza incorrere nelle maglie della giustizia. Lo dice la Cassazione, la canna del pastore deve essere classificato come "consumo personale" giustificato dal "lungo periodo di permanenza solitaria in campagna e in montagna" per le attività "connesse alla transumanza di greggi di pecore". Questa la motivazione alla base del rigetto del ricorso della Procura di Trento contro il non luogo a procedere dichiarato dal Tribunale di Trento nei confronti di Giorgio D., un pastore 45enne di Cavalese sorpreso con 38,736 grammi di hashish contenente principio attivo pari al 3,4% da cui potevano essere ricavate 53 dosi medie giornaliere. (fonte Adnkronos)
L’ associazione dei pastori esulta dopo la sentenza della Cassazione che ha dato l'ok alle 'canne': "c'è chi fuma, chi beve, chi mangia e chi dorme. In fondo, anche facendosi le 'canne' non si fa male a nessuno. E' solo un modo per spezzare la solitudine".
Con tutta la tutta la feccia e la delinquenza ad ogni angolo di strada era proprio necessario andare negli alpeggi a controllare il pastore in transumanza? Dalla serie le priorità del Giovanardi. GPS

1 commento:

Unknown ha detto...

Ti sei dimenticati i caprai e i vaccari.