lunedì 7 settembre 2009

I Cucù alla guerra di Libia

Eravamo convinti che a legaioli non poteva capitarci di peggio. In Svizzera però non sono messi meglio, si vede che lo stampo è proprio lo stesso.
I legaioli ticinesi, sfruttando gli
Smembramenti di Gheddafi l’amico del Papi, hanno pensato bene di cavalcare la tigre.
Così lanciano lo slogan della loro campagna: ”Dichiariamo guerra alla Libia!”, sottotitolo “Non sottomettiamoci ai beduini! Difendiamo la Svizzera e i suoi interessi!” Poi aggiungono: “Un atto provocatorio? No, la ferma volontà di ribadire la nostra insoddisfazione per come il Governo federale rappresenta i nostri interessi all’estero!”
Non è una barzelletta, ne una presa per il culo. Di seguito alcuni passi della risoluzione inviata ieri alla segreteria del Gran Consiglio dal deputato leghista Boris Bignasca.
“I recenti, reiterati attacchi all’integrità della Confederazione elvetica, e quindi alla sicurezza dei suoi cittadini, da parte del tiranno Muhammar Gheddafi hanno provocato un diffuso senso di costernazione e di allarme in ampie fasce della popolazione”. ”Le minacce espresse anche da altre persone collegate con il dittatore di Tripoli, segnatamente Motassin Bilal “Hannibal” Gheddafi, sono inaccettabili, così come inaccettabile è il trattamento riservato dalle autorità libiche ad esponenti di primo piano del nostro Governo.
In un crescendo di delirante arroganza il figlio del “raìs” ha adombrato persino il lancio della bomba atomica «per cancellare la Svizzera» ed il suo popolo; per parte sua Muhammar Gheddafi ha presentato all’assemblea delle Nazioni unite la pretesa di smembrare la Svizzera.
È giunto il momento delle decisioni irrevocabili, dobbiamo essere decisi ad affrontare i rischi ed i sacrifici di un conflitto armato”. ”Chiediamo pertanto che le autorità politiche del Canton Ticino da sempre baluardo di libertà e di autodeterminazione, si facciano promotrici e garanti davanti all’Assemblea federale di un’iniziativa straordinaria ma ineludibile. Sia pertanto dichiarata guerra alla Libia”.
Al gran consigliere legaiolo Bignasca, che solo una settimana fa affermava che in Svizzera ci voleva l’ETA (che non vuol dire Associazione Eravamo Tutti Amici), auspichiamo venga assegnato il Mongolino d’Oro.
Speriamo che Papi non si metta di corsa al servizio del suo grande amico di merende Gheddafi e sguinzagli il nostro La Russa, al grido di:
Combattenti di terra, di mare e dell’aria! Camicie verdi della rivoluzione e delle legioni! Uomini e donne d’Italia, dell’Impero e del regno di Sicilia e Sardegna. Ascoltate! E’ l’ora delle decisioni irrevocabili. La parola d’ordine è una sola, categorica e impegnativa per tutti. Spezzeremo la schiena alla Svizzera, terra di pastori e orologi a cucù. Vincere! E vinceremo!. GPS

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