mercoledì 23 giugno 2010

Cota in grattugia

La procura di Torino ha chiuso l’inchiesta per falso ideologico sulla lista “Pensionati per Cota”, presentata in Piemonte alle ultime elezioni regionali, concludendo che diciotto firme su diciannove erano false: tutte apposte da Michele Giovine capolista e suo padre.
Michele Giovine, esponente principale della lista Pensionati per Cota, rieletto in consiglio regionale con 27.000 preferenze, è indagato per falso ideologico,
Questo vuol dire che la lista era “farlocca” e che gli elettori sono stati imbrogliati.
Si tenga conto che il Cota ha battuto Mercedes Bresso per soli novemila voti: appena un terzo di quelli andati alla lista di Michele Giovine.
Sarà il Tar il 1° luglio che dovrà decidere e pronunciarsi sull’eventuale annullamento delle elezioni.
In aula durante l’ultimo Consiglio regionale, si è visto un Cota in grattugia e furibondo, ha scatenato una bagarre. Tanto che la seduta è stata sospesa più volte. Si è fatto un comizio, ha urlato al golpe e lasciando tutti di stucco è uscito dall’aula dicendo ai consiglieri: “Me ne vado perchè ho da fare, io vado a lavorare”. Arroganza, stupidità e prepotenza ha volte fanno brutti scherzi.
Rivolgiamo anche noi al Cota la domanda di base e facile facile fatta oggi da Piovono Rane:
è giusto, in una democrazia, che un governatore sia eletto con i voti decisivi di una lista che si è presentata con 18 firme false su 19? Cota dovrebbe solo avere il coraggio di rispondere.
E se la risposta fosse no, dovrebbe mollare la poltrona. Ma se fosse sì, costituirebbe la legittimazione di ogni futura violazione della legge, perché una volta accettato che il codice si può violare, a quel punto chiunque può farlo, e in tutti i modi”.
Intanto il nostro Cota, se lo scoprano che ha rubato le elezione, mette le mani in avanti: “ci sarebbe una rivolta '' GPS

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