giovedì 16 settembre 2010

Basta non ne può più e non vogliamo più piangere

Nelle sue sempre più frequenti riapparizioni, Veltroni non si dimentica mai di piagnucolare per le «ingiustizie e vigliaccherie subite», sebbene lui abbia portato il riformismo italiano al «risultato migliore della sua storia», e quanto gli «fa male» rivedere vuote le piazze che un tempo inneggiavano a lui.
Onestamente, onorevole, e senza cattiveria: non ce ne frega niente del suo spleen nostalgico. Niente. Lei ha avuto la sua chance: a seguito della quale Berlusconi è tornato a Palazzo Chigi, oltre un milione di elettori di sinistra hanno perso la loro rappresentanza parlamentare, il nuovo sindaco di Roma è stato accolto con i saluti romani, l’opposizione ha aperto a un assurdo “dialogo” con il Cavaliere che voleva farsi le leggi ad personam, infine il Pd è precipitato in una molle abulia da cui ancora adesso fatica a riprendersi.
Io, onorevole, sono tra i 12 milioni di italiani che hanno messo una croce sul simbolo nel quale era scritto il suo nome, due anni fa. Ora però credo che lei, come tanti altri, potrebbe utilmente prendere esempio da Romano Prodi: che non credo abbia subito «ingiustizie e vigliaccherie» minori delle sue, ma non piagnucola, non rompe le balle in giro e si è trovato un altro dignitosissimo lavoro.
Da Piovono Rane che sottoscrivo integralmente.

Consiglio per gli acquisti:”io in politica mai più, ho altri progetti e vorrei andare a rendermi utile in Africa”. GPS

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