lunedì 12 settembre 2011

Una exit strategy da paura per Papi

Pare che il nostro appello sia stato accolto. Alla corte di Papi qualcuno incomincia a spiegargli amichevolmente che è ora di smettere di fare i miracoli e che è giunto il momento d’ imboccare la strada di una “exit strategy” come la chiamano Letta e Confalonieri che tradotta significa “vai fuori dalle palle”.
Nonostante le timide smentite e i latrati del fido Angelino contro i malpangisti, l’ exit strategy è all’ordine del giorno nella coalizione di governo di centro destra.
E devono avere proprio le palle piene se anche al legaiolo Tosi che da Verona chiede niente meno che le dimissioni di Berlusconi. Il sindaco di Verona va giù di brutto: «Un ciclo è concluso. La cosa migliore sarebbe che Berlusconi decidesse di farsi da parte”. Per il “Basta” anche il presidente della Regione Lazio Renata Polverini: “Il presidente del Consiglio "ha perso credibilita' e reputazione".
Ma Papi non molla: “Voi dite che l'assedio si dissolverà (se lascio Palazzo Chigi). Io penso, invece, che mi porterebbero direttamente in galera".
Come vedete dopo Scilipoti è la paura fa 90 che tiene in vita il governo del “ghè pensi mi”.
A corte nani, ballerine e zoccole fanno ancora muro a difesa dell’Unto del Signore.
Sentite l’ avvertimento greve di uno dei nostri preferiti: “Non e’ detto che il dopo Berlusconi sarà democratico, nella borghesia italiana c’e’ una pulsione reazionaria che la Dc prima e Berlusconi dopo hanno trattenuto nella democrazia”.
Ad ammonirci è l’inutile ministro per l’Attuazione del Programma Rotondi che, come il Sandokan nel Yanes di Davide Van De Sfroos, in tre anni di governo ha appena imparato a pilotare le infradito. GPS

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