mercoledì 3 ottobre 2007

La casta o Le caste? Quanto mi costi..

Ci è arrivata anche Repubblica, finalmente, ad aprire gli occhi su quanto ci costa la Chiesa, oltre che la Casta politica.
Ci ha provato Curzio Maltese in uno
interessante articolo comparso su Repubblica.
Speravamo che questa “scoperta tardiva”, servisse comunque ad innescare un dibattito sul tema.
Sulla Casta politica, giustamente, si sono scritti libri, i giornali valanghe di articoli per non parlare delle grillate e dei commenti alle grillate, in TV dibattiti, inchieste ecc…, si è mobilitata anche la Confindustria con il suo Luca Cordero.
Mentre è proibito parlare della casta delle gerarchie ecclesiastiche e dei suoi costi colossali.
Su questa casta invece tutti zitti madama la marchesa.
La finaziaria 2008 sarà una manovra che costerà, euro più euro meno, 11 miliardi di euro.Ciò significa che, per il funzionamento dell'Italia, ognuno dei 50 milioni circa di italiani dovrà pagare, media dei polli,
220 € di tasse.A che servono i 220 €? a fare funzionare scuole ed ospedali, ad illuminare ed asfaltare le strade, a pagare le forze dell'ordine perchè arrestino i delinquenti, ... in sostanza a pagare i servizi di cui usufruiamo. Magnifico. Ma, mischiati a questi servizi, paghiamo anche - tra l'altro - due voci che fanno grosso modo annualmente:
4 milioni di euro per il prezzo della "casta", come la definiscono Stella e Rizzo, cui ... si arriva sommando gli stipendi di 150 mila eletti dal popolo, dai parlamentari europei all'ultimo consigliere di comunità montane, più i compensi dei quasi trecentomila consulenti, le spese per il funzionamento dei ministeri, le pensioni dei politici, i rimborsi elettorali, i finanziamenti ai giornali di partito, le auto blu e altri privilegi, compresi buvette e barbiere di Montecitorio ...
altri 4 milioni di euro per la chiesa cattolica ... tra finanziamenti diretti dello Stato e degli enti locali e mancato gettito fiscale ... di cui la CEI dichiara di spenderne solo molto meno di 1 milione ... per interventi di carità ... Il resto serve all'autofinanziamento: ... Prelevato il 35 per cento del totale per pagare gli stipendi ai circa 39 mila sacerdoti italiani, rimane ogni anno mezzo miliardo di euro che il vertice CEI distribuisce all'interno della Chiesa a suo insindacabile parere e senza alcun serio controllo, sotto voci generiche come "esigenze di culto", "spese di catechesi", attività finanziarie e immobiliari ...
E questo che cosa significa? Che la ripartizione dei 220 € potrebbe essere fatta grosso modo così:
80 € per i politici;
80 € per i preti;
60 € per i servizi.

Solo che la Casta politica, volenti o nolenti, è eletta da tutti e, se pure con tutti i limiti che sappiamo, soggetta a qualche forma di controllo. Mentre la Chiesa rappresenta a mala pena il 30% degli italiani. E senza alcuna possibilità di controllo.
"E pantalone paga!"
Una volta tanto siamo d’accordo con quel teologo che ha affermato:
"La Chiesa sta divenendo per molti l'ostacolo principale alla fede. Non riescono più a vedere in essa altro che l'ambizione umana del potere, il piccolo teatro di uomini che, con la loro pretesa di amministrare il cristianesimo ufficiale, sembrano per lo più ostacolare il vero spirito del cristianesimo". (sic) Provate ad indovinare chi l’ha detto. L’indovinello si risolve leggendo l’articolo citato. GPS

1 commento:

Anonimo ha detto...

Finalmente qualcuno che solleva il problema. Tempo addietro, sul Libertario, affrontammo il medesimo tema, ossia eliminare qualsiasi forma di finanziamento pubblico a qualsiasi religione, o per lo meno ad equipararlo alle tante associazioni di volontariato che quotidianamente svolgono servizi per la cittadinanza. Ovviamente non bisogna fare terra bruciata, in quanto ci sono tante associazioni legate al mondo cattolico che svolgono lodevoli attività di volontariato e sacrificio per i più bisognosi, ma quello che lascia perplessi è il "carrozzone" che vi sta dietro.