lunedì 8 ottobre 2007

Per fortuna esistono i guardiani della memoria…

Che si accorgono che l’Espresso ha sbagliato foto
Non è propriamente un dettaglio, ma un grosso granchio. Certo non è uno scoop: improbabile, assolutamente da escludere, che Guido Gualandi, detto il Moro, e i suoi compagni della 36.a Brigata Garibaldi abbiano mai combattuto durante la Resistenza nella Val d’Ossola. Eppure nell’ultimo numero dell’ “Espresso”, 4 ottobre 2007, a p. 83, a illustrazione di un articolo sul libro di Giampaolo Pansa, “I gendarmi della memoria”, sta una foto (cliccare per ingrandirla) che ritrae un gruppo di partigiani che prepara il rancio.

La didascalia: “Sotto: partigiani in Val d’Ossola”.
Sussulto del presidente del C.I.D.R.A., Elio Gollini. Se mai qualcuno dubitasse del pur chiaro contesto appenninico e della annotazione che nella Fototeca del C.I.D.R.A individua il luogo come Ca’ di Gostino, sappia che molti imolesi possono riconoscere nel gruppo la figura del noto capo partigiano: sullo sfondo, in piedi, a ridosso di una tipica casa in sassi. Inconfondibile la capigliatura, a cui deve probabilmente il soprannome (Il Moro). Legittimi dubbi poi su di un’altra foto alla pagina dopo: “A sinistra: un gruppo di partigiani lungo un sentiero della Val d’Ossola”. E dài con l’Ossola, e magari è invece un sentiero dei nostri monti.
Che è successo? Da dove sono tratte le foto a corredo della recensione di Edmondo Berselli? Non dal libro di Pansa, che peraltro non ho alle mani. A margine dell’articolo, in caratteri minuscoli, leggo: Foto: R. Casilli-G. Neri, Archivio A 3 (3), Istituto Luce- Alinari; e ancora: Istituto Luce - Alinari, Archivio A 3, R. Gentile - A 3 (2). Scientifico, no? Vertiginoso e ahimè irreversibile marasma della memoria! Giuliana Zanelli (da sabatoseraonline.it) GPS

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