giovedì 8 novembre 2007

I dieci comandamenti del perfetto mafioso

Tra le carte sequestrate dopo l'arresto del boss Salvatore Lo Piccolo, lunedì scorso, c'è anche il decalogo del perfetto mafioso. Un documento dal titolo "Diritti e doveri", vera e propria "carta costituzionale" dell'uomo d'onore. Regole che nessuno soldato di Cosa Nostra può trasgredire, il cui obiettivo è quello di salvaguardare la segretezza dell'organizzazione, ma anche di regolare i comportamenti, imponendo fedeltà e obbedienza, ma anche sobrietà e moderazione. Tant'è che il buon mafioso non deve bere, né giocare, né frequentare taverne, né fare «comparati» con esponenti delle forze dell'ordine. Grande attenzione anche per quelli che vengono definiti "valori morali" e in particolare alla morale sessuale, improntata a rigidi divieti. Come a imporre alle nuove leve una "restaurazione" dei costumi, mettendo un freno ai comportamenti disinvolti adottati negli ultimi anni tra gli affiliati più giovani. I comandamenti.
Il primo comandamento recita testualmente: «Non ci si può presentare da soli ad un altro amico nostro - se non è un terzo a farlo».
Il secondo:«Non si guardano mogli di amici nostri».
Il terzo: «Non si fanno comparati con gli sbirri».
Il quarto: «Non si frequentano né taverne e né circoli».
Il quinto: «Si è il dovere in qualsiasi momento di essere disponibile a cosa nostra. Anche se ce (testuale ndr) la moglie che sta per partorire».
Il sesto: «Si rispettano in maniera categorica gli appuntamenti».
Il settimo: «Si ci deve portare rispetto alla moglie».
L'ottavo: «Quando si è chiamati a sapere qualcosa si dovrà dire la verità».
Il nono: «Non ci si può appropriare di soldi che sono di altri e di altre famiglie».
Il decimo comandamento è il più articolato e fornisce indicazioni precise sulle affiliazioni, ovvero su «chi non può entrare a far parte di cosa nostra». Veto su «chi ha un parente stretto nelle varie forze dell'ordine», su «chi ha tradimenti sentimentali in famiglia», e infine su «chi ha un comportamento pessimo e che non tiene ai valori morali». L'affiliazione. Con i fogli del decalogo, gli investigatori hanno sequestrato un'immaginetta sacra con la formula rituale di affiliazione: «Giuro di essere fedele 'a cosa nostra” se dovessi tradire le mie carni devono bruciare - come brucia questa immagine». (da ansa.it)
Si è scoperto inoltre che c'erano più di dieci santini e diversi crocifissi nelle tasche del boss mafioso Sandro Lo Piccolo. Gli investigatori hanno ritrovato diversi santini anche durante una perquisizione personale del figlio del capomafia, i santini dovevano servire per nuove affiliazioni di 'picciotti' a Cosa nostra. GPS

1 commento:

Anonimo ha detto...

Carini i comandamenti peccato che uccidano in nome dei loro interessi.