mercoledì 30 luglio 2008

Parco della Vena del Gesso Romagnola: mezzo topo e mezzo uccello

Indovina indovinello, questo parco è mezzo topo e mezzo uccello. Era la fine di febbraio, la Provincia di Ravenna comunicava “Il Parco della Vena dei Gessi c’è”. Buona notizia, peccato che arrivasse con tre anni di ritardo.
Ieri si replica, la Regione Emilia Romagna ha annunciato “Oggi nasce di fatto un parco che era molto atteso dalle comunità locali e da tanti appassionati di natura e speleologia”. Buona notizia, peccato che, visto il comunicato, di fatto si perderà un altro anno, il quarto.
Adesso spetta agli enti locali del territorio interessati “approvare lo statuto del nuovo ente e poi nominarne gli organismi: il presidente, il comitato esecutivo, il collegio dei revisori, il comitato tecnico-scientifico e da ultimo, ma per importanza, la consulta costituita da una rappresentanza degli agricoltori operanti nel Parco”. Dio ce la mandi buona, la speranza è che questo parco diventi uccello intero e cominci a volare. (foto da Pangea) GPS
Nasce ufficialmente il parco dei Gessi romagnoli (Comunicato Ufficio Stampa Unione dei Comuni)
È ufficiale. Il Parco regionale della Vena dei gessi romagnoli è nato. L’area protetta, che era stata formalmente istituita con la legge regionale n. 10 del febbraio 2005, è situata tra le province di Ravenna e di Bologna e comprende uno dei più importanti affioramenti gessosi d´Italia. Doline, valli cieche e numerosissime grotte, tra le quali spiccano molti "abissi", cavità verticali che nella zona raggiungono profondità record.
La Giunta Regionale, infatti, in questi giorni ha approvato l'atto costitutivo dell'ente Parco dopo una lunga fase di coordinamento e concertazione da parte della Regione sul tavolo di confronto tra le organizzazioni produttive, le province e i comuni coinvolti in questo grande progetto. Il superamento alcuni mesi fa degli ultimi scogli che ancora ostacolavano l’avvio del Parco, attraverso la sottoscrizione insieme agli enti locali dell’accordo con le organizzazioni professionali agricole per valorizzare le attività del mondo rurale, ha permesso questa concreta accelerazione istitutiva.
Adesso spetta agli enti locali, comunità montane del Santerno e dell’Appennino Faentino, i comuni di Brisighella, Casola Valsenio, Riolo Terme, Borgo Tossignano, Casalfiumanese e Fontanelice, approvare lo statuto del nuovo ente e poi nominarne gli organismi: il presidente, il comitato esecutivo, il collegio dei revisori, il comitato tecnico-scientifico e da ultimo, ma per importanza, la consulta costituita da una rappresentanza degli agricoltori operanti nel Parco.

Svolti questi adempimenti, la regione potrà attivare a favore della nuova area protetta le risorse finanziarie per le spese di primo impianto e di gestione, che saranno equamente ripartite tra la stessa regione e gli enti facenti parte del consorzio.
Più di duemila ettari di parco e oltre 4mila se si considera l’area contigua, dalla valle del Sillaro sino a Brisighella nella valle del Lamone, dove le colline romagnole sono solcate da una spettacolare dorsale grigio argentea ben riconoscibile, che interrompe bruscamente i dolci profili collinari conferendo un aspetto unico al paesaggio. Venticinque chilometri di lunghezza con una larghezza media di un chilometro e mezzo sono le dimensioni del più imponente rilievo gessoso in Italia, ricchissimo di grotte, caratterizzato da specie botaniche rare, circondato da un "mosaico" affascinante di aree naturali e di aree coltivate: ecco la carta di identità della Vena del Gesso Romagnola, il Parco Regionale che ha preso avvio ieri, con l’approvazione da parte della Giunta dell’Emilia-Romagna dell’atto costitutivo del Consorzio di gestione. "Oggi nasce di fatto un parco che era molto atteso dalle comunità locali e da tanti appassionati di natura e speleologia - sottolinea l’assessore regionale all’Ambiente Lino Zanichelli - un vero e proprio fiore all’occhiello della nostra offerta naturalistica protetta. La sua gestione consentirà non solo di tutelare ma di valorizzare appieno questo territorio. Nella nostra regione infatti i parchi non sono “isole” ma realtà inserite nel tessuto circostante, volano di uno sviluppo produttivo, turistico e culturale rispettoso dell’ambiente. Sono convinto che a queste condizioni vadano sempre più promossi e sostenuti, per la fondamentale funzione di riequilibrio ecologico, cattura di CO2 e conservazione della biodiversità che svolgono a beneficio di tutti. Il Piano triennale delle aree protette che ci accingiamo a varare in autunno sarà l’occasione per un ulteriore sviluppo della rete dei parchi presenti in Emilia-Romagna". (Riccardo Isola Ufficio Stampa Unione dei Comuni)
vedi tutto il dossier sul Parco nella sezione argomenti ... leggi QUI

1 commento:

Anonimo ha detto...

ENtro il 2100 si puo' fare!
I piu' contenti sono gli agricoltori che ci vivono.
Io sono speleo e a me personalmente non e' cambiato molto. Per fare un parco servono grandi attrazioni e strutture, un organizzazione meticolosa (esiste ora?)
Speleo....siamo circa 3000 in Italia.... molti dei quali preferiscono spostarsi in Toscana nelle Alpi Apuane....che e' un vero e proprio paradiso che ti offre la possibilita' di visitare sistemi carsici immensi Abissi da -1000!

Speriamo che in un futuro porti un po' di persone nel nostro Paese...io personalemente non ci credo molto.

CIAO RAGA