mercoledì 17 settembre 2008

Anche in Vaticano il piatto piange

Ho sempre pensato che con l'8 per mille stiamo finanziando la più grossa palla al piede mai vista in Italia.
In sostanza il solito pantalone finanzia una chiesa sempre più un centro d'affari politico religioso. Lentamente però le cose sembrano cambiare. La nuova grana per le gerarchie vaticane, ben più grave di quella che i vescovi non vogliono dire la messa in latino, viene anticipata dall'agenzia cattolica indipendente Adista.
Ci stanno girando le spalle. Disperato appello dei vescovi: gli italiani non ci danno più l’otto per mille. La percentuale delle firme per la destinazione dell'otto per mille a favore della Chiesa cattolica è diminuita.

I numeri parlano chiaro: se nelle dichiarazioni dei redditi del 2005 (che vengono conteggiate nel 2008, ndr) l’89,82 per cento dei contribuenti italiani aveva firmato per l’otto per mille alla Chiesa, l’anno dopo la percentuale è scesa al 86%. Tradotto, 800 mila persone in meno hanno scelto di versare una parte del loro reddito al servizio della fede. Il Vaticano, sempre molto sensibile al portafoglio, è preoccupato: dalle sue casse il prossimo anno spariranno 35 milioni di euro. Così sta correndo ai ripari con una lettera ai fedeli, in cui ci si appella ai devoti per risollevare le sorti dell’economia ecclesiale. In cantiere anche massicce dosi di pubblicità, «per tenere alta la percentuale delle firme contro la pericolosa concorrenza dello Stato che guadagna consenso e contributi». Insomma B16, nonostante vesti Prada, tira poco. (fonte unità.it) GPS

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