martedì 20 gennaio 2009

Eluana Englaro, la “disponibilità” di Ravenna

L'Ausl di Ravenna ‘offre' la propria disponibilità per l'esecuzione della sentenza che autorizza la sospensione dell'alimentazione e dell'idratazione di Eluana Englaro. A dirlo è Tiziano Carradori, il direttore generale dell'azienda sanitaria ravennate. Che inoltre precisa:
"Il potere legislativo si e' espresso con una sentenza della Corte d'appello poi confermata dalla Cassazione", "non c'e' nessuna pretesa di semplificare il rapporto fra vita e morte in una situazione come questa, di particolare delicatezza", dal punto di vista "istituzionale" l' Ausl ravennate, che e' una "struttura pubblica", non puo' che mettersi a disposizione”, "nelle nostre strutture applichiamo tutte le tecniche e le procedure ammesse dalla norma".
Parole sagge, equilibrate, consapevoli di fronte al dramma di Eluana Englaro, che fanno seguito ha quanto affermato da Vasco Errani governatore dell’Emilia Romahna: “se gli Englaro chiedessero di essere accolti in una struttura dell´Emilia Romagna per il distacco dell´alimentazione artificiale alla figlia, in stato vegetativo da 17 anni, allora la Regione non potrebbe opporsi.”
Pare esistano ancora una regione e una città civili e umane in questo paese.
Perchè di questo si tratta, un gesto di umanità, un aiuto concreto alla famiglia affinchè possa decidere sulla sorte della figlia.
Strumentalizzazioni, squallide speculazioni politiche, integralismi hanno solo ottenuto l’abbandono della famiglia a se stessa.
Alcuni rappresentanti delle gerarchie della Chiesa Cattolica poi usano un linguaggio violento e crudele parlando di “assassinio di Stato”, di “omicidio”, di “pena di morte”.
E’ prorio il caso di ricordarlo “Se un dio ha fatto questo mondo, non vorrei essere quel dio: la miseria del mondo mi spezzerebbe il cuore”. Schopenhauer Arthur
Chi crede veramente nella vita, nel suo corso naturale, così come ci assegna il destino e perchè sia vissuta nella sua pienezza anche nella sofferenza fin dove è possibile, ma senza inutili accanimenti, seguendo appunto il suo percorso naturale. GPS

1 commento:

Anonimo ha detto...

La mia personale opinione è che alla tragedia di una vita spezzata eppure non definitivamente terminata, l'ostinazione del padre (che ha scritto pure un libro sulla vicenda) e la ricerca del forzato consenso da parte della legge, con il balletto che osserviamo da mesi, stia aggiungendo tragedia alla tragedia, dolore al dolore. Se è veramente sicuro in tutta onestà e coscienza che la figlia abbia espresso il parere che ha espresso, ovvero quello di non voler mai vivere in nessun caso come un vegetale, perché non ha terminato la vita della figlia, come senza pubblicità fanno alcuni, assumendosi poi tutte le responsabilità del gesto? Così facendo, invece, ha anteposto la legge alla volontà della figlia che è stata costretta per più di un decennio a vivere in condizioni non scelte, poiché a quanto pare esplicitamente negate da lei stessa.
[...]
Io non so cosa farei nella sua situazione, non posso nemmeno immaginare i dubbi che avrei e le emozioni per una figlia morta, ma mai-morta, così da non potere nemmeno elaborarne il lutto; di una cosa, però, sono certo: se fossi veramente sicuro, come pare essere sicuro il padre di Eluana, della volontà espressa in coscienza da mia figlia, la realizzerei, poiché trascenderebbe ogni tipo di legge, la società tutta e persino la mia stessa morale.


Il resto della mia opinione sul caso o meglio sul padre: QUI

Ciao.