sabato 31 gennaio 2009

Il Parco della Vena dei Gessi: preventive war

Un po’ tutti i mezzi d’informazione del pianeta ci avevano raccontato che
“La vittoria di Obama determinerà un cambiamento generale non solo per gli Stati Uniti, ma per tutto il mondo”.
Quel "Yes, we can!" ovvero “Sì, noi possiamo!”, cambiare questo cazzo di mondo ha suggestionato un po’ tutti.
Si vede però che ci sono, anche dalle nostre parti, delle “enclave” chiuse a chiave, tamugne e impenetrabili. Sarà mica l’ oracolo della grotta di Re Tiberio che continua a portare sfiga?
La dimostrazione l’abbiamo avuta giovedì scorso a Riolo Terme alla manifestazione degli agricoltori, di cui vi ho parlato ieri.
Dovete sapere che dopo la verifica sul campo, nessun patto era stato disatteso ovvero le armi di distruzione di massa, anche lì manco l’ombra, i nostri allora se ne sono usciti con un bel: si trattava di “preventive war(testuale) di bushiana memoria. Come si dice, le bugie hanno le gambe corte e per carità risparmiateci l’ Enduring freedom (libertà duratura) che è un’altra patacata. GPS

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