giovedì 25 giugno 2009

Scaccoliamoci

Il “Gnocca gate” di Papi si allarga a macchia d’olio. Lo scenario che ne viene fuori è quello del “Il Paese di Pene e Vagine” come lo ha definito acutamente Ideateatro. Una deriva comica, drammatica, paradossale, assurda e triste fatta di escort girl (una volta le chiamavano puttane), showgirl, billionairine e meterorine alla corte dell’ utilizzatore finale.
E come scrive Moni Ovidia, il Papi: “non riesce più a contenere l’alluvione di notizie, gossip, ricatti, segreti da boudoir, intemperanze sessuali che corrono sul filo. Il puzzle di questo personaggio da commedia all’italiana nella versione più strapaesana e pecoreccia si sta componendo in quella patetica verità che ancora, con indegna fedeltà servile, i suoi scherani e cortigiani si affannano a negare o perlomeno ad attenuare”.
In un'intervista esclusiva pubblicata ieri dal settimanale di famiglia CHI, il Papi però chiarisce: “Non sapevo che era una escort, mai pagato nessuna donna”. Quella che “Ti aspetto sul letto grande(letto grande a baldacchino, con tanto di tenda a velo e un piumino bianco e regalato da Putin), "C'è qualcuno che ha retribuito questa signora", perciò per Papi era a gratis.
Ecco perché Papi ritiene di non aver nulla da temere dalla vicenda dei festini hard a Palazzo Grazioli e Villa Certosa, lui che è abituato a pagare tutti stavolta non ha sborsato un centesimo.
Non sembrano pensarla così quelli di Famiglia Cristiana: "A tutto c’è un limite”, e aggiungono “quel limite di decenza è stato superato”. Poi alzano il tiro contro Papi: "Indifendibile, ora parli la Chiesa".
Tanto che oggi sulla Repubblica, seppur col mal di pancia, alcuni cardinali non possono più fare gli "esmì ed catarnò". Il Bagnasco accenna: “I valori morali non vanno mai distorti”, Josè Martinez sussurra:”I valori morali non vanno mai disattesi specie se si ricoprono incarichi istituzionali”, come siete buoni, eminences. Il Tettamanzi rincara leggermente la dose:"L’uomo con le manie di grandezza può distorcere i valori morali e diventare distributore d’ingiustizie". Pare che anche per le gerarchie vaticane sia venuto il tempo del: scaccoliamoci. (La foto è tratta da
Matra blog) GPS


PS: Ho già usato il detto in dialetto romagnolo “esmì ed catarnò”: esso risale alla fine del 1400 ai tempi di Caterina Sforza che, all’epoca dominava la Romagna. La nostra Caterina amava contornarsi di spioni che sguinzagliava, nei mercati, nelle piazze e nelle bettole, per ricavarne informazioni. Naturalmente facevano i finti tonti (esmì). Il popolino ben presto se ne accorse e coniò: “esmì ed catarnò” cioè i tonti di Caterina. Dalle nostre parti lo si usa ancora oggi per dire di coloro che fanno finta di non accorgersi delle cose più evidenti.

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