martedì 19 gennaio 2010

Un punto semplice, semplice e chiaro: Smètt da rubè

Nel pieno vortice delle marchette sulla "riabilitazione" di Craxi che spesso sbrodolano nella "beatificazione", noi avevamo scelto il pilatesco, se proprio non si deve parlare male di qualcuno che se lo merita, basta non parlarne e basta.
Poi Napolitano, nella famosa lettera, ci fa sapere che: Bettino Craxi ha lasciato «un'impronta non cancellabile». Infatti, è per quello che l'hanno beccato. Non aveva i guanti e gli sono rimasti attaccati miliardi di vecchie lire. (Il pool Mani Pulite ha accertato introiti per almeno 150 miliardi di lire, movimentati e gestiti da vari prestanome. Mica brustolini)
Nella biblioteca del Senato, sempre oggi, lo Schifani rincara la dose; “Craxi vittima sacrificale"
Anche questo vero, il nostro grande statista fu costretto dal sistema a rubare, è anche scappare in una lussuosa villa in "esilio", per non finire di farsi processare.
Morale di tutta questa scompigliata baraonda della "riabilitazione":
“Quel che sta accadendo è fin troppo chiaro: si riabilita il corrotto morto per beatificare il corruttore vivo. Si rimuovono le tangenti della Prima Repubblica per legittimare quelle della Seconda. Si sorvola sulla latitanza di Craxi per apparecchiare nuove leggi vergogna che risparmino la latitanza a Berlusconi.” (fonte M.Travaglio)

Il dibattito sulla figura di Craxi è partito con tutti i due piedi sbagliati, un revisionismo storico che più che grave è una opportunistica panzana.
Certo occorrerebbe riflettere sulle cause politiche che portarono alla degenerazione di un sistema politico. Però fra la miriade di posizioni, una dovrebbe trovare un punto di convergenza comune. Un punto semplice, semplice e chiaro: Smètt da rubè (smetti di rubare) ( vignetta da la Piazza di Rimini) GPS

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