martedì 18 maggio 2010

Appello alla nazione, da palazzo Chigi un invito a mantenere ferma la posizione

Siamo a tiro, servono 25 miliardi per fare, come la chiamano loro, la manovra correttiva.
Che tradotto significa come facciamo a “mettere le mani nelle tasche degli italiani” e renderli felici.
La formula ha sempre funzionato ma oggettivamente stavolta l’impresa è abbastanza incasinata.
Quel “abbiamo la fiducia degli italiani” ha toccato il livello più basso dall’inizio della legislatura, raccogliendo oggi solo il 41% del consenso contro il 62% della partenza e soprattutto anche qualche berluscones incomincia a dire: “i miliardi valli a prendere dalle Cricche che ce ne costano 60 di miliardi”.

Se aggiungete un governo allo sbando, impegnato totalmente sul fronte dei “Licenzierò chi ha sbagliato”, dei tradimenti e sommerso ormai dal tanfo della Cricca non c’è tempo per la crisi economica che non c’era e adesso c’è.
Il rebus è proprio questo come spiegare, urbi et orbi, che la crisi c’è veramente, che sono necessari “lacrime e sangue” per noi.
Dopo due anni non solo non si sono abbassate le tasse, le grandi riforme nisba, le grandi opere… lasciamo stare ecc. e sul piatto c’è rimasto solo che in prospettiva diventeremo più poveri e i poveri di più.
Dicono che il Papi sia amareggiato, preoccupato, che si sente racchiuso in un cul di sacco e sta pensando di fare una sorta di “Appello alla Nazione”, uno show a rete unificate per uscire dall’incastro.
Tempi e modi da decidere, intanto da palazzo Chigi arriva un raccomandazione: mantenete ferma la posizione!. GPS

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