mercoledì 16 maggio 2007

Incredibile ! Un vescovo che attacca a testa bassa Berlusconi.


Questa non s'era mai vista, ma c'è sempre una prima volta. Protagonista della sortita è monsignor Dario Coletti, vescovo di Como, sceso in campo incurante della campagna elettorale per l'elezione del nuovo sindaco della città lariana, in programma il 27 e 28 maggio prossimi.

A proposito del Family Day, Monsignor Coletti ha affermato. "La manifestazione metteva al primo posto la famiglia e la crescita della società. Peccato per chi ha voluto strumentalizzare. A Berlusconi, secondo il quale i cattolici non possono stare a sinistra, vorrei dire che ancora una volta ha perso l'occasione per stare zitto. Non tocca a lui giudicare quale sia il posto dei cattolici".

Le parole di monsignor Coletti hanno scatenato un pandemonio. Proprio stasera Berlusconi è atteso a Como per la campagna elettorale.

AIAA.. comincio a farmi male..
Finalmente una voce di buon senso. Era davvero stupefacente, il pressoché totale silenzio dei vertici ecclesiastici (per fortuna rotto da diversi gruppi cattolici, settimanali diocesani, note personalità) sul fatto che Berlusconi – autoproclamatosi interprete autorizzato della dottrina cattolica – dichiarasse che un cattolico coerente non avrebbe potuto votare per l’Unione, sostenendo essa proposte, su matrimonio e materie collegate, incompatibili con le tesi vaticane.
Eppure Berlusconi (come Pierferdinando Casini e Gianfranco Fini, con le loro famiglie doppie o anomale – secondo, naturalmente, il Codice di diritto canonico – sono l’esempio vivente di una palese contraddizione, per gente che si proclama «difensore della famiglia», e dei «valori cristiani». GPS

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