lunedì 7 luglio 2008

Il tabellone delle patacche

E’ un Bellachioma mostra-muscoli, sicuro e pimpante, quello sceso in sala stampa per incontrare i giornalisti dopo il Consiglio dei Ministri di venerdì scorso.
Non c’è niente da fare la vicinanza della ministra Carfagna gli fa l’effetto “tirami su”, infatti l’ha voluto al suo fianco: “Mara, devi esserci anche tu nella fossa dei leoni”.
Subito in conferenza stampa si scatena e parte dal GNOCCA-GATE: "La magistratura vuole sovvertire il voto popolare. Pettegolezzi senza fondamento, roba inventata, inesistente”, “Certe toghe capiranno che la musica è cambiata”, "questo governo è eccezionale, a due mesi dall’inizio dell’attività sono estremamente soddisfatto della squadra e del lavoro che siamo riusciti a fare”.
Poi sistema davanti a lui - in evidenza – il solito tabellone con l'elenco dei provvedimenti presi dal governo e la precisazione: «Abbiamo già mantenuo molti impegni». Ovvero vi abbiamo raccontato un sacco di patacche e sono solo le prime.

Quello che nel tabellone delle patacche non è scritto:
ICI: è vero il governo ha abolito L’ICI, della serie prima facciamo lo spot elettorale, poi ci pensiamo dopo. Ora lo Stato dovrà corrispondere ai Comuni ( si spera) per la totale abolizione dell'ICI, compreso il taglio effettuato dal governo Prodi, una somma che sta tra 3,5 e 3,7 miliardi.
L’ICI, l’imposta comunale sugli immobili, era una tra le più importanti entrate finanziarie di ogni singolo comune, più importante ancora per i piccoli comuni. In vigore dal 1993, rappresentava il punto di arrivo di un lungo processo che ha avuto come obiettivo una più estesa autonomia tributaria dei comuni. E allora, cos’è l’ICI se non una delle forme di attuazione più evidente di federalismo fiscale?
Vorremmo ricordare ai legaioli che dicesi federalismo fiscale il prevalente finanziamento delle maggiori spese decentrate con tributi propri o con compartecipazioni, anziché con trasferimenti, dal governo centrale, tarati sulle spese. Il tanto sbandierato “Primo punto del governo: subito federalismo fiscale”, parte dunque all’indietro come i gamberi.
Ma quello che il tabellone non dice è chi paga l’abolizione dell’ICI? Vediamo chi si fotte di più

1) Il Sud ne esce con le ossa rotte, per l'esattezza spariscono i fondi per il completamento della strada Ionica (350 milioni), per la metro leggera di Palermo (240 milioni), per la ferrovia circum-etnea (250 milioni), per la piattaforma logistica in Sicilia (247 milioni) e per la superstrada Agrigento e Caltanissetta (180). Il grande imbroglio delle tre carte confezionato ai danni del Sud da Lombardo, Cuffaro e Calderoni sta funzionando.







2) Spariscono dal bilancio nazionale 721 milioni di euro destinati a rafforzare il trasporto locale, pubblico e su ferrovia, quel pacchetto di misure necessarie per limitare l'uso di mezzi privati, aiutare i pendolari, far diminuire i camion. I tagli più clamorosi riguardano il "Fondo per la promozione del trasporto pubblico locale", 353 milioni di euro stanziati per il triennio 2008-2010. Cioè si azzerano le risorse per rinnovare autobus e trasporti rapidi di massa locali come metro e tramvie.
3) 399 milioni in meno per l'ambiente. Spariscono i 30 milioni per il "recupero dei centri storici",
Cassato anche il "Fondo per la demolizione degli ecomostri", 45 milioni destinati ad abbattere le pustole tipo Punta Perotti che infestano coste e zone di pregio. Aboliti i Fondi per "l'ammodernamento delle rete idrica nazionale" (70 milioni) e per le "forestazione e riforestazione" (150 milioni).
4) Spariti anche i soldi per lo sviluppo della banda larga (50 ml) e il passaggio al digitale terrestre (20 ml) e per il potenziamento dell'informatizzazione pubblica (31 ml). Che fine fanno la semplificazione burocratica e il passaggio dalla carta a un clic del Brunetta? Si cancellano: il Fondo per l'inclusione sociale degli immigrati (50), i fondi contro la violenza sulle donne (20 ml), le donne sono servite, il fondo ordinario Università (48 ml), ecc .
Questo governo “eccezionale” ha avviato lo smantellamento delle politiche pubbliche e in particolare di quelle sociali.

Emergenza rifiuti Napoli: Entro il 23 luglio la mondezza sarà trasformata in fioriere. Intanto, vi ricordate le minaccie legaioli di fare le barricate davanti ai termovalorizzatori lombardi al grido: «Non vogliamo diventare la pattumiera di Napoli”, “Qui non passerà un rifiuto. Se li tengano loro”, “la Lega è sempre in prima linea in difesa del Nord e per questo dice NO ai rifiuti Napoletani !” e fino a qualche giorno fa avevano minacciato di incendiare i camion provenienti da Napoli. Il Castelli lapidario:” E' una questione morale, sulla quale la Lega non retrocederà di un millimetro". Poi contrordine legaioli: il grande capo fa l’appello al nord perchè riceva i rifiuti di Napoli, la mondezza napoletana non puzza più. Quasi come gli arancini “nel Transatlantico di Montecitorio, dove vengono sfornati senza soluzione di continuità splendidi arancini per gli onorevoli, spesso trangugiati tra un voto e l'altro, a volte perfino gratis. Sono gli arancini di Salvini, leghista e padano doc. Negli arancini c'è il riso, ci informa, ma anche il sapore di un piatto siculo mediato dalla romanità di Montecitorio.” Per la verità i legaioli non l’hanno presa bene e nei loro blog l'aria prevalente che tira è: “State calando le braghe! State solo aiutando Berlusconi a farsi gli interessi suoi!”.

Sicurezza: rammentate il “pugno di ferro contro l’illegalità”, il “prima di tutto sicurezza” e la “tolleranza zero”? il risultato concreto è stato quello che dopo lo sciagurato indulto del centro sinistra, il Bellachioma IV è riuscito questa volta a fare di più, infatti ha varato l’amnistia, ossia il liberi tutti.
Una tolleranza zero però si è ottenuta, il Maroni leghista ha inserito nel nefando pacchetto sicurezza la norma che prevede il rilevamento delle impronte ai bimbi rom. La norma oltre che una vergogna morale è anche un’idiozia giuridica superata da altri strumenti di identificazione, veramente una bella trovata, anche questa eccezionale.


Alitalia: Ricordate la cordata italiana per Alitalia annunciata dal Bellachioma in piena campagna elettorale, l’orgoglio italiano, "Ormai sono impegnato io, quindi si fa. La nuova cordata verrà fuori in pochi giorni ed avrà anche il sostegno di importanti istituti di credito. Il prossimo premier, cioè io, dirà un secco no ai francesi: è una svendita", bene, anche questa una mostruosa patacca.
Come stanno le cose: solo poche giorni fa il ministro dell’Economia Tommaso Padoa-Schioppa ha detto “Serve subito, oggi o al massimo domani, un fatto nuovo o le conseguenze sul fronte Alitalia saranno irreparabili”. Non ci resta che piangere?
Insomma dopo aver scucito sull’unghia trecento milioni di euro!, della nuova "tassa Alitalia" dalle tasche degli italiani, direbbe il Bondi, che peraltro era al limite della legittimità, ora la compagnia è al limite. Si riparla di esuberi, si riparla di fallimento, si riparla di vendita.
"Quanti sono gli esuberi? Potrebbero essere attorno a 10 mila, una cifra impressionante se non viene gestita attentamente dal punto di vista sindacale e sociale. Per questo Corrado Passera ha fatto scendere in campo da pochissimi giorni Francesco Micheli, direttore generale e chief operating officer della Superbanca, a capo anche del personale, che ha gestito l’esodo volontario di 6500 dipendenti, a seguito della fusione fra Intesa e Sanpaolo, senza un’ora di sciopero. Micheli avrebbe già iniziato con molta riservatezza a prendere contatti coi vertici delle organizzazioni sindacali allo scopo di preparare il terreno del confronto." (fonte messaggero.it)
Morale erano inaccettabili i 2000 esuberi prospettati da Airfrance per il risanamento di Alitalia, accettabili invece i 4000 (o 10.000) licenziamenti proposti da Banca Intesa.
E pantalone spende sempre più soldi per le patacche del mago di Arcore. Forse, forse, era meglio venderla ad AirFrance, no? E’ proprio vero questo governo e un “eccezionale bordello". Alla prossima puntata. GPS

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