giovedì 5 marzo 2009

Parco Regionale della Vena del gesso romagnola: Alla scoperta dell’abisso F10

Nell’oscurità del Parco della Vena del Gesso romagnola prende vita l’esplorazione speleologica. Sabato 7 marzo, infatti, il Gruppo Speleologico Faentino effettuerà la colorazione dell’abisso F10. Un metodo che permette il tracciamento dello scorrere ipogeo dell’acqua effettuato attraverso l’utilizzo di un colorante, la fluorescina, assolutamente innocuo ma molto utile a fini tecnico-scientifici. Questa iniziativa rientra all’interno dell’articolato progetto “Stella Basino” pensato e realizzato dalla Federazione speleologica emiliano romagnola.
Ad anticipare questa particolare rilevazione sotterranea, nella serata di venerdì 6 marzo, un momento aperto a tutti, alle ore 21 nella sede del Gruppo Speleologico Faentino in via Medaglie d'oro 51 presso il Museo di Scienze naturali, durante la presentazione del 26° corso di speleologia, Piero Lucci illustrerà i risultati della ricerca fin qui ottenuti.
Un po’ di storia
Non è la prima volta che si realizzano iniziative di colorazione dell’acqua di questo abisso. Nel 1991 è stato fatto un esperimento analogo nel corso d’acqua principale dando come risultato positivo la fuoriuscita delle acque colorate nel più grande Rio Basino da un affluente a cascata. Questa volta, invece, il colorante verrà immesso in un altro torrente che è stato trovato durante le esplorazioni tenutesi durante l’anno 2008. Un torrente intercettato a circa 200 metri di profondità rispetto all'ingresso e che si apre nei pressi della Sella di Ca' Faggia. Questo corso d’acqua è stato esplorato per un centinaio di metri, poi, a causa della presenza di una zona allagata all'interno della grotta, l’esplorazione si è dovuta fermare. “Con questo intervento – affermano gli speleo ora il colorante verrà immesso per scoprire se anche questa voltal'acqua risorge al rio Basino.
La cavità più profonda della Vena del gesso romagnola

L'abisso F10 è sicuramente la grotta più profonda presente all’interno della Vena del Gesso raggiungendo i 230 metri. Ma non solo l’abisso è anche uno dei più estesi con circa 2 chilometri di proiezione. Per Luca Grillandi, presidente del Gruppo manfredo “questa rappresenta sicuramente una delle più belle e concrezionate realtà della vena del gesso. Ambienti maestosi e profondità abissali s’intrecciano creando un paesaggio oscuro unico”. Ma non c’è solo l’aspetto dell’impatto scenografico naturale. Per gli speleologici “l’abisso F10 è anche molto difficile infatti ogni esplorazione richiede una permanenza di almeno 20 ore e di molto materiale tecnico”.
Data la sua importanza questa realtà è stata dedicata a Luciano Bentini che è recentemente scomparso.(comunicato stampa Riccardo Isola, foto da La Vena del gesso romagnola) GPS

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