mercoledì 20 gennaio 2010

Federalismo Atomico della Lega

Il Nucleare italiano è un affare da 30 miliardi e come tutti gli affari di queste dimensioni produce enormi flussi di denaro. Su quei flussi di denaro, già rombano i motori e le fauci fameliche dei soliti noti, sbavano.
E’ emerso chiaro dai piazzisti del nucleare ieri al 'Supply Chain Meeting - Progetto nucleare Italia', organizzato da Enel e da Confindustria e dedicato alla filiera italiana dell'industria nucleare svoltosi a Roma.
Considero la scelta nucleare non solo profondamente sbagliata in sé, per gli altissimi rischi ambientali ma anche per gli esorbitanti costi economici collegati alla realizzazione di nuove centrali atomiche. Un ritorno al passato che sottrae risorse, sia pubbliche che private, a obiettivi quanto mai urgenti, come investire in efficienza energetica, sviluppo delle fonti rinnovabili a cominciare dal solare, promuovere l'innovazione tecnologica, ecc.
Quello che mi preme sottolineare oggi è soprattutto il metodo e le procedure seguite dal governo. Siamo a luglio si vara la legge 99 con la quale si riapre la strada al nucleare.
E’ di dicembre il decreto attuativo presentato con grande ritardo impedisce, di fatto, alle Regioni di poter intervenire, alla faccia della leale collaborazione istituzionale, motivando l'urgenza del provvedimento (urgenza???) non aspettando alcun parere regionale.
Di qui l’annuncio degli assessori regionali all’Ambiente (13 su 20), che hanno deciso di impugnare per incostituzionalità il decreto sul “ritorno al nucleare”. Il provvedimento di delega al governo in materia nucleare non rispetta il Titolo V della Costituzione sui poteri regionali sulla produzione di energia e sul governo del territorio. In altre parole, con la legge attuale la parola finale sulle centrali nucleari spetterebbe al governo, anche contro la volontà delle Regioni. E loro non ci stanno.
Il bello di tutta questa storia è l’atteggiamento della Lega Nord. I legaioli hanno votato ad occhi chiusi la legge che ha reintroduce il nucleare in Italia e hanno condiviso i criteri grazie ai quali scegliere la localizzazione geografica delle centrali.
I criteri sono chiaramente una pagliacciata visto che i siti sono stati già decisi e tenuti in cassaforte dall'Enel. Tanto che il Fulvio Conti targato Enel , ha dichiarato testualmente che “nemmeno sotto tortura avrebbe rivelato la lista”.
Oggi la Sicilia si allinea alle altre tredici regioni italiane che hanno già detto no al nucleare, approvando all'unanimità due ordini del giorno del Pd.
Solo tre regioni amministrate dal centrodestra, Lombardia , Friuli e Veneto che sembrano oggi propendere per il nucleare.
Ma guarda caso i coraggiosi guerrieri del popolo del nord quando si sono accorti che la lista prevede: “localizzazione della centrale nucleare nella zona di Rovigo e nel Veneto in generale”. Emettono il comunicato:
«La Lega è contro la devastazione e la svendita del nostro territorio che abbiamo il dovere di trasmettere integro alle prossime generazioni». problemi di approvvigionamento energetico la Lega è categorica: «Niente centrali in Veneto».
Inaugurato il federalismo Atomico:
Siamo pienamente favorevoli al nucleare ma le centrali andate a farle da un’altra parte. Le centrali nucleari sotto le chiappe dei propri figli non le vogliamo.
Le scorie, quelle si possono tranquillamente mettere al Sud. Non se ne accorgeranno nemmeno. GPS

2 commenti:

Tisbe ha detto...

Non c'è che dire... coerenza a gogo

Marino ha detto...

Ma si, siamo per il nucleare, purchè se lo cucchino gli altri, siamo per la lotta all'evasione fiscale, ma lasciamo stare il nordest, via gli immigrati dalle strade, ma nelle nostre fabbrichette servono... ormai niente stupisce più!