martedì 16 febbraio 2010

Il ponte gelatinoso

Piove e la Sicilia affoga. Alluvioni, frane e allagamenti. Il copione è quello solito. La situazione più grave, tanto per cambiare, nel messinese dove sono ancora fresche le tracce dello smottamento che l'autunno scorso ha travolto Giampilieri.

Stavolta l'allarme più grave arriva da San Fratello, paese alle pendici dei Nebrodi. In base alla prime stime, intorno a 2000 le persone costrette ad abbandonare le loro abitazioni. Il rischio, per il sindaco Salvatore Sidoti Pinto, è che ''San Fratello diventi un paese fantasma''. Ma tra ieri e oggi smottamenti hanno interessato i comuni di Raccuja, San Fratello, Sant'Angelo di Brolo e Tusa.
“Piu' di otto comuni su dieci (84 per cento) della provincia di Messina si trovano su un territorio considerato a rischio per frane e alluvioni anche per effetto della progressiva cementificazione del territorio che ha sottratto terreni fertili all'agricoltura. In Sicilia complessivamente i comuni a rischio idrogeologico sono il 70% per cento.




Mentre continua a sgretolarsi il territorio, purtroppo non solo quello siciliano e a non fare nulla sulla sua messa in sicurezza, veniamo a sapere che la sola posa della prima pietra del Ponte sullo Stretto di Messina ci è costata, subito sull’unghia un miliardo di euro.L’aumento di sto cavolo di prima pietra del ponte dei miracoli tra Sicilia e Calabria, lo spiega Legambiente:
“E’ bastato il bluff governativo della posa della prima pietra del Ponte sullo Stretto di Messina per far lievitare i costi dell’opera di un miliardo di euro, portando la spesa complessiva a circa 5 miliardi rispetto ai meno di 4 con cui il consorzio guidato da Impregilo si era aggiudicato l’appalto.
Chissà a quanto arriverà il prezzo del Ponte, se un giorno i cantieri dovessero aprire davvero”. “Eurolink, il consorzio con capofila Impregilo che si è aggiudicato i lavori del ponte, s’è visto aumentare il compenso dalla Società Stretto di Messina del 28%, da 3.879.600 euro a 4.969.530, senza aver mosso una pietra. E, come se non bastasse, le penali da pagare all’impresa, se l’opera non si farà, saranno più alte. Due scelte immotivate, a esclusivo vantaggio di Impregilo, che sembrano a tutti gli effetti una cambiale in bianco firmata dallo Stato a vantaggio dei privati”. Questi fanno sempre Bingo!

Buon senso vorrebbe che se ci sono soldi, venissero spesi per l’immediata messa in sicurezza dei territori delle province di Messina e di Reggio Calabria, per la salvaguardia dei cittadini e per dare una risposta concreta a chi è rimasto senza casa o attività. Ma il “ponte gelatinoso” in altre vicende è avvicendato. Mica sarà impegnato anche lui in qualche ripassatina? . GPS

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