sabato 13 febbraio 2010

Si sono pure fottuto il loro Dio

Ogni tanto abbiamo il vizio, per gli smemorati, dell’ “amarcord” la metamorfosi dei legaioli.
Erano partiti con lo sventolare in parlamento il truce cappio e si sono trovati a distribuire cannoli, sui loro fucili avevano ancorato la secessione, la devolution……. formidabili prese per il culo, per poi approdare ad un più mite Federalismo fiscale che si è rivelato come la bella Cecilia, tutti la vogliono e nessuno la piglia. Avevano urlato "Silvio riciclava i soldi della mafia" e adesso si sono ridotti a tenere il sacco aperto alla banda bassotti del padrone. ecc…..
I nostri legaioli del "Quello che vogliamo noi e' quello che vuole la gente", hanno per la verità rimasto solo le impronte dei bimbi rom e quel "Io non sono affatto razzista, comunque levati dai coglioni, sporco terùn".

Proprio così, perché si sono fottuti pure il loro Dio.
Rammentate i pacchiani e paganeggiante riti dell'ampolla, durante i quali il fiume Po viene trasformato in una specie di Dio, da cui trarrebbe vita la Padania? E il sacerdote pirla di turno: “C'è una forza senza pari in quell'ampolla: è la linfa vitale che percorre la Padania. Ed è simbolo di storia, civiltà e comunione delle genti padane quell'acqua cristallina che sgorga dal Monviso”.

Bene, adesso sentite questa.

Il Dio Po da tempo è un cincinino malaticcio e non se la passa tanto bene, tanto che si aspettava l'avvio di un progetto per la valorizzazione turistica e la messa in sicurezza. I soldi erano già stati stanziati: 180 milioni di euro di provenienza europea stanziati dal Cipe nel 2007 sotto il governo Prodi. Ora però quei soldi sono spariti. O meglio, sono stati dirottati altrove in un fondo strategico istituito presso la presidenza del Consiglio (fra fondi strategici e emergenze, passa tutto di qui). Nonostante di mezzo ci fosse principale simbolo dell'iconografia leghista, il partito di Bossi non si è opposto al saccheggio, dimenticando quel riti dell'ampolla celebrati ogni anno sul Monviso, punto in cui sgorga la linfa che dà vita alla Padania.

Il Po non interessa più ai legaioli. Non ci sarà, dunque, nessun progetto "Valle del fiume Po". Così era stato chiamato l'insieme di interventi studiati per migliorare l'integrità ecologica della risorsa acqua, recuperare gli spazi contigui al fiume e conservare il patrimonio naturale e culturale della regione fluviale. Il tutto per renderlo più fruibile alla popolazione locale e a un pubblico sempre maggiore di turisti. Alla realizzazione del piano ci aveva pensato una "Consulta della Valle del Po", composta da ben 13 province padane (da Torino fino al mare) che ha coinvolto 4 Regioni (Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna) ed ha interessato i territori di 490 Comuni. (fonte viaemilianet)
Ma il bello del bello è che a compiere il sacrilegio (deicidio) è stato proprio il legaiolo Angelo Alessandri, presidente della commissione Ambiente alla Camera. W il Dio PO. GPS

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