martedì 1 aprile 2008

I Camerati son scappati

C’era grande attesa domenica sera al Cinema Imperia di Palermo. In scena il comizio per la campagna elettorale di Gianfranco Fini.
Ma le poltrone dell’ Imperia restano drammaticamente mezze vuote.
Il nostro non l’ha presa bene e dopo poche ore al clamoroso flop, frenetiche consultazioni e saltano le teste del vertice di An in Sicilia. Motivo scarsa capacità organizzativa.
Hanno deciso di lasciare il proprio incarico Pippo Scalia, coordinatore regionale del partito nell'isola, e Giampiero Cannella, coordinatore provinciale a Palermo.
«Ho visto che il presidente Fini si è lamentato per la scarsa affluenza alla manifestazione elettorale di Palermo e ho sentito il dovere, in qualità di segretario regionale siciliano di An, di presentare una lettera di dimissioni», ha detto Scalia, che è anche parlamentare nazionale.
Nell'isola il vento sta cambiando, in Sicilia ce la possiamo fare», ha sostenuto Anna Finocchiaro, candidata del centrosinistra a presidente della Regione Siciliana. «Fini ha fatto un flop domenica a Palermo - aggiunge la senatrice del Pd - e si è ritrovato ad arringare solo qualche centinaio di persone al cinema Imperia, tanto che in serata ha "dimissionato" i coordinatori regionale e cittadino del suo partito. Nel frattempo Raffaele Lombardo si sottrae a qualsiasi confronto pubblico con me, continuando a dire bugie davvero fastidiose. Sono fatti che significano soltanto una cosa - conclude Finocchiaro - che la Destra ha paura. (fonte il messaggero.it) GPS

1 commento:

faber ha detto...

Lo spettro del partito contenitore avanza inesorabile, ovattato dall’obiettivo elettorale. Un ambizioso progetto nell’aria ben prima che Berlusconi lo scandisse fuori programma dal predellino dell'auto in piazza San Babila. Agognato dal Cavaliere - aspirante novello duce - smanioso di arringare le folle e consapevole della scarsa propensione alla piazza del popolo azzurro, perciò ben disposto ad aggregare anche gli ex-missini che della militanza hanno sempre fatto il proprio fiore all’occhiello. Desiderato da Fini - aspirante erede al trono di Palazzo Chigi, appena Silvio deciderà di affacciarsi dal balcone del Quirinale - smanioso di liberarsi del pesante fardello della fiamma tricolore, non certo del patrimonio elettorale da questa generato, in ciò agevolato dal ruolo di amministratore unico ed indiscutibile che il partito, anno dopo anno, gli ha assegnato, consegnando nelle sue mani anche il potere di carriera di chiunque.
Eppure, nonostante i desideri spasmodici dei due leader e pavlovianamente dei più fidi collaboratori, la propensione a fondersi dei due partiti non è mai stata unanime, soprattutto nei territori dove, seppure alleati, il rapporto tra FI ed AN è sempre stato di buon vicinato, ma senza concedersi troppa confidenza. Per capirlo, basterebbe osservare questi giorni di campagna elettorale e soprattutto considerare la fatica nella composizione delle liste uniche per le Amministrative, dove col sistema preferenziale le 'liste dei nominati' lasciano il posto a quelle dei candidati, con difficoltà e rivalità annesse e connesse. Proprio nei territori ci saranno le più importanti prove di unità, che faciliteranno la fusione (o annessione, secondo i punti di vista) tra gli ex-rivali, prevista motu proprio dai due leader per il prossimo autunno.
Insomma, la saga delle “comiche finali” è durata poco – ma forse è ancora in corso con un cambio di capo comico - e si aprono le previsioni sul risultato del progetto di partito contenitore. Non è bello fare il ventriloquo, ma quando un osservatore politico, ben titolato, esprime brillantemente il tuo pensiero perché non cedergli la parola : “Quello che era AN è morto e defungerà definitivamente nel futuro, perché la proporzione di rappresentazione è impari. Quelli di AN spariranno nel mare grande del partito dei moderati. E’ finito un mondo. Nel peggiore dei modi. L’MSI era un mondo di dibattiti ideali ma di presenza reale nel paese. E’ stato sostituito da un gruppo che della politica aveva fatto la sua professione, isolandosi rispetto al mondo reale e nutrendo rancore verso l’MSI.” (Il Riformista, 14 marzo 2008)
Grazie Pietrangelo Buttafuoco, perché non sempre è stato facile condividere pienamente il tuo pensiero, come ai tempi in cui eri dirigente nazionale del Fronte della Gioventù. Questa volta, però, hai reso semplice l’arduo compito di vedere lontano e di tratteggiare il futuro di una storia politica.
DAL BLOG http://faber2008.blogspot.com/