Si è tenuto lunedì sera, 4 giugno a Brisighella, presso la Sala ex Consiglio Comunale del Municipio in via Naldi, 2 a Brisighella, il convegno “Riqualificazione produttiva, tipicità, prodotti di eccellenza – Una opportunità di rilancio economico per il territorio di Brisighella e dell’Area collinare”.
Leggo il resoconto dell’incontro dai giornali:
In apertura di lavori Jimmy Valentini, responsabile della CNA dell’Area collinare ha lanciato alcune proposte: l’apertura di un confronto con la proprietà delle Terme per avviare un percorso che porti a significativi investimenti; la continuazione dei lavori di riqualificazione del centro storico; la creazione di una area camper; il potenziamento della linea ferroviaria che collega Ravenna a Firenze passando per Brisighella; la costruzione di legami con il sistema aeroportuale (Bologna e Forlì) e con il sistema turistico della costa; la promozione del turismo notturno con spettacoli di animazione culturale e coerenti con la storia del territorio; l’identificazione di pochi e veri prodotti di eccellenza e la loro promozione con azioni precise e decise di marketing. (Jimmy ti sei scordato il parco della vena dei gessi)
Dopo la relazione introduttiva di Bernd Beck sul tema: “Sviluppo del turismo in collina: il ruolo strategico dell’artigianato” che ha portato anche esempi e testimonianze di sviluppo turistico e di promozione in altri paesi europei facendo leva sulla riqualificazione termale e su un nuovo modello di mobilità legata al turismo (questo deve essere un foresto e lo perdoniamo)
Cesare Sangiorgi, sindaco di Brisighella, che ha espresso apprezzamento per gli spunti offerti ma ha lamentato la cronica mancanza di risorse economiche degli Enti Pubblici che non permette la realizzazione di tanti progetti. (Cesare piange non bisogna farci caso, c’è l’ha nel suo DNA, ma ti sei scordato anche tu il parco della vena dei gessi)
Libero Asioli, assessore provinciale al Turismo “nessuno ha una ricetta miracolosa per il rilancio del turismo collinare ma deve crescere, da parte degli operatori e di tutti gli abitanti, la consapevolezza di essere una provincia turistica per dare valore al territorio”. ( Assessore anche lei nisba sul parco della vena dei gessi)
Guido Tampieri, sottosegretario al Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, dal canto suo ha esordito affermando di non condividere un punto della relazione. “Brisighella – ha detto – non ha bisogno di ripensare il proprio sviluppo ma deve fare convergere un nucleo di fattori che possano costituire la sua identificazione. Deve potersi creare una microintegrazione che deve tener conto dell’evoluzione naturale di tutti i circuiti turistici. In altre parole, Brisighella deve essere meno città e più territorio, e deve fare in modo di comunicare proprio questo, con efficacia, all’esterno”.
(Guido che è persona intelligente, non ha caso oggi è apprezzato vice ministro , essendo ospite non poteva che avere una botta di pudore, ma quel “meno città e più territorio”, tradotto significa: quando lo fate sto cazzo di Parco? (visto la legge regionale ve l’ho già fatta io).
Nelle conclusioni Natalino Gigante, direttore della CNA provinciale:”L’importante – ha aggiunto – è recuperare efficienza per non disperdere risorse preziose”. ( Natalino ha ragione, è quello che sostengo da mesi, ma è presbite, non riesce a vedere che ha sotto gli occhi la legge regionale N.130 del 2005 (legge Tampieri), che offre le opportunità che lui richiama. Ma perché cavolo non la leggi?) GPS
PS: ho già usato i termini in dialetto romagnolo “esmì ed catarnò” credo sia doverosa una spiegazione: il detto risale alla fine del 1400 ai tempi di Caterina Sforza che, all’epoca dominava la Romagna. La nostra Caterina amava contornarsi di spioni che sguinzagliava, nei mercati, nelle piazze e nelle bettole, per ricavarne informazioni. Naturalmente facevano i finti tonti (esmì). Il popolino ben presto se ne accorse e coniò: “esmì ed catarnò” cioè i tonti di Caterina. Dalle nostre parti lo si usa ancora oggi per dire di coloro che fanno finta di dimenticarsi delle cose più evidenti.
Leggo il resoconto dell’incontro dai giornali:
In apertura di lavori Jimmy Valentini, responsabile della CNA dell’Area collinare ha lanciato alcune proposte: l’apertura di un confronto con la proprietà delle Terme per avviare un percorso che porti a significativi investimenti; la continuazione dei lavori di riqualificazione del centro storico; la creazione di una area camper; il potenziamento della linea ferroviaria che collega Ravenna a Firenze passando per Brisighella; la costruzione di legami con il sistema aeroportuale (Bologna e Forlì) e con il sistema turistico della costa; la promozione del turismo notturno con spettacoli di animazione culturale e coerenti con la storia del territorio; l’identificazione di pochi e veri prodotti di eccellenza e la loro promozione con azioni precise e decise di marketing. (Jimmy ti sei scordato il parco della vena dei gessi)
Dopo la relazione introduttiva di Bernd Beck sul tema: “Sviluppo del turismo in collina: il ruolo strategico dell’artigianato” che ha portato anche esempi e testimonianze di sviluppo turistico e di promozione in altri paesi europei facendo leva sulla riqualificazione termale e su un nuovo modello di mobilità legata al turismo (questo deve essere un foresto e lo perdoniamo)
Cesare Sangiorgi, sindaco di Brisighella, che ha espresso apprezzamento per gli spunti offerti ma ha lamentato la cronica mancanza di risorse economiche degli Enti Pubblici che non permette la realizzazione di tanti progetti. (Cesare piange non bisogna farci caso, c’è l’ha nel suo DNA, ma ti sei scordato anche tu il parco della vena dei gessi)
Libero Asioli, assessore provinciale al Turismo “nessuno ha una ricetta miracolosa per il rilancio del turismo collinare ma deve crescere, da parte degli operatori e di tutti gli abitanti, la consapevolezza di essere una provincia turistica per dare valore al territorio”. ( Assessore anche lei nisba sul parco della vena dei gessi)
Guido Tampieri, sottosegretario al Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, dal canto suo ha esordito affermando di non condividere un punto della relazione. “Brisighella – ha detto – non ha bisogno di ripensare il proprio sviluppo ma deve fare convergere un nucleo di fattori che possano costituire la sua identificazione. Deve potersi creare una microintegrazione che deve tener conto dell’evoluzione naturale di tutti i circuiti turistici. In altre parole, Brisighella deve essere meno città e più territorio, e deve fare in modo di comunicare proprio questo, con efficacia, all’esterno”.
(Guido che è persona intelligente, non ha caso oggi è apprezzato vice ministro , essendo ospite non poteva che avere una botta di pudore, ma quel “meno città e più territorio”, tradotto significa: quando lo fate sto cazzo di Parco? (visto la legge regionale ve l’ho già fatta io).
Nelle conclusioni Natalino Gigante, direttore della CNA provinciale:”L’importante – ha aggiunto – è recuperare efficienza per non disperdere risorse preziose”. ( Natalino ha ragione, è quello che sostengo da mesi, ma è presbite, non riesce a vedere che ha sotto gli occhi la legge regionale N.130 del 2005 (legge Tampieri), che offre le opportunità che lui richiama. Ma perché cavolo non la leggi?) GPS
PS: ho già usato i termini in dialetto romagnolo “esmì ed catarnò” credo sia doverosa una spiegazione: il detto risale alla fine del 1400 ai tempi di Caterina Sforza che, all’epoca dominava la Romagna. La nostra Caterina amava contornarsi di spioni che sguinzagliava, nei mercati, nelle piazze e nelle bettole, per ricavarne informazioni. Naturalmente facevano i finti tonti (esmì). Il popolino ben presto se ne accorse e coniò: “esmì ed catarnò” cioè i tonti di Caterina. Dalle nostre parti lo si usa ancora oggi per dire di coloro che fanno finta di dimenticarsi delle cose più evidenti.
1 commento:
Non conoscevo l'origine dell'esmì ed catarno :-) Bello !
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Venendo ai contenuti del tuo post: in CONCRETO, le menti brillanti che hanno tenuto il convegno, cosa hanno deciso di fare ?
Perchè mi sembra che, stringi stringi, si continui sempre a girare attorno alle cose senza mai definire obiettivi fattibili.
O sbaglio ?
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