“Entro il 2010 le etichette dei prodotti tipici italiani avranno la doppia dicitura: in italiano e in dialetto”. Lo ha detto il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali Luca Zaia.
Le etichette, gli stemmini in dialetto devono essere proprio il chiodo fisso del nostro Zaia, detto anche “Me piase el vin”. E pensare che noi eravamo convinti, che i bollini da etichettare fossero un copyright del Grillo.
Aveva incominciato ad avere i primi sintomi ad agosto proponendo gli stemmi locali sulle maglie dei calciatori.
Poi per tutto il mese scambiando agosto per il carnevale: “la Lega esorta la Rai a mandare in onda le fiction di grande ascolto in dialetto con i sottotitoli in italiano” così parlò Zaia.
Poi fu la volta dei vini:"lancio quindi un appello a tutti i produttori, grandi e piccoli, perché inseriscano in etichetta il nome nella “lingua madre” accanto a quello in italiano".
Dalle nostre parti i prodotti tipici li etichettiamo da oltre 30 anni, ma i nostri agricoltori continuano ad andare in piazza coi trattori a protestare e da mesi lanciano l’ "allarme rosso" per ortofrutta, cereali, latte, carne, vino e olio. I prezzi per gli agricoltori sono ormai da tempo in caduta libera, mentre i costi continuano a crescere.
In sostanza manifestano per le gravissime difficoltà del settore e sollecitano interventi tempestivi e concreti e se in giro vedono un Zaia le etichette gliele appiccicano in fronte. GPS
Le etichette, gli stemmini in dialetto devono essere proprio il chiodo fisso del nostro Zaia, detto anche “Me piase el vin”. E pensare che noi eravamo convinti, che i bollini da etichettare fossero un copyright del Grillo.
Aveva incominciato ad avere i primi sintomi ad agosto proponendo gli stemmi locali sulle maglie dei calciatori.
Poi per tutto il mese scambiando agosto per il carnevale: “la Lega esorta la Rai a mandare in onda le fiction di grande ascolto in dialetto con i sottotitoli in italiano” così parlò Zaia.
Poi fu la volta dei vini:"lancio quindi un appello a tutti i produttori, grandi e piccoli, perché inseriscano in etichetta il nome nella “lingua madre” accanto a quello in italiano".
Dalle nostre parti i prodotti tipici li etichettiamo da oltre 30 anni, ma i nostri agricoltori continuano ad andare in piazza coi trattori a protestare e da mesi lanciano l’ "allarme rosso" per ortofrutta, cereali, latte, carne, vino e olio. I prezzi per gli agricoltori sono ormai da tempo in caduta libera, mentre i costi continuano a crescere.
In sostanza manifestano per le gravissime difficoltà del settore e sollecitano interventi tempestivi e concreti e se in giro vedono un Zaia le etichette gliele appiccicano in fronte. GPS