L’estate scorso si era parlato molto dei sindaci sceriffi. I più in gara fra di loro alla ricerca di visibilità, un articolo e un intervista non la si nega a nessuno, soprattutto se sei autore di una patacata.
Così i novelli sceriffi, passarono l’intera estate a scapocchiarsi nella ricerca dell’ “ordinanza creativa” che li facesse emergere dal gregge.
Ne venne fuori un vortice, un ginepraio di divieti, obblighi, regole e relative sanzioni prodotto da ordinanze spesso singolari, cretine e ridicole. Tanto che sono ben 556 le ordinanze emanate dai sindaci di tutta Italia. Ne citiamosolo alcune: a Forte dei Marmi non si può tagliare l’erba del giardino durante il weekend,a Novara dopo le 11 di sera è vietato stazionare nei parchi se si è più di 2 persone,
a Postano e a Capri è proibito portare gli zoccoli ai piedi,
A Vicenza, chi è rimasto in città, si ricordi che le panchine sono vietate ai minori di 70 anni,
ad Eboli non si può baciare la fidanzata all’interno della propria auto;
a Lucca non si possono mangiare i piccioni allo spiedo,
a Trento non si possono filmare i figli in piscina,
a Monte Argentario è vietato masticare chewing-gum,
a Lerici (La Spezia) è vietato passeggiare in bikini,
a Viareggio è vietato appoggiare i piedi alle panchine e infine
in Alto Adige è vietato, naturalmente, danneggiare i cartelli di divieto.
La gara dei divieti l’ha vinta il Podestà romano Alè Manno che in 100 giorni emise 129.
Nel leggere l’elenco tirammo un sospiro di sollievo, meno male i castelli di sabbia a nostri bimbi li lasciano ancora fare. Oggi veniamo a sapere che a Eraclea, in provincia di Venezia, l’amministrazione di centrodestra ha firmato un’ ordinanza che nella spiaggia del suo comune, non si possono costruire castelli di sabbia, né scavare buche e raccogliere conchiglie, perché: “anche fare buche che modificano in modo pericoloso la percorribilità a piedi della spiaggia diventa un gioco molesto”. Pare che per la prossima stagione l’amministrazione comunale noleggerà, ci sta lavorando l’assessore alla sicurezza, adeguate stie da spiaggia per i ragazzini. Le chiameranno “Sicurezza e Libertà Baby”.
La sindrome del divieto è dura a morire, a presto il divieto alle lumache di attraversare le strade dalle 21, alle 24 e che quel maledetto gallo non canti prima delle 10. La solfa è sempre la stessa, non si riesce a far rispettare i divieti esistenti allora se ne inventano dei nuovi che inevitabilmente faranno la fine dei vecchi.
Dopo tanto zelo però un cartello lo hanno dimenticato, quello (nella foto) che andava posto davanti a Palazzo Grazioli.
L’ha consigliato il senatore Paolo Guzzanti, ex esponente del Pdl, attuale deputato del Pli nel suo blog e riportato oggi sui giornali: Papi “è un gran porco” testualmente. Poi giù di brutto: “rapporti anali non graditi, ore e ore di tormenti in attesa di una erezione che non fa capolino”. Fra tanti cartelli senza senso, quello mancante invece un senso c’è l’ha. Entrare nel Palazzo pare non serva a niente. (la foto del cartello mancante è tratta da bastardidentro.it). GPS