Un po’ di storia dei carri di Casola, aspettando la Festa di primavera edizione 2008 25, 26 e 27 Aprile.
I “Carri di pensiero” di Casola Valsenio sono i protagonisti indiscussi della Festa di Primavera (già Mezzaquaresima).
Una festa tradizionale quella casolana che ha radici antiche, si colloca in qualche modo nel solco delle manifestazioni popolari dell’Emilia Romagna, ma allo stesso tempo originale e unica. Non credo esistano manifestazioni con una tradizione così singolare. Sulle sue origini non ci sono documenti certi. L’ ipotesi più accreditata è che la Mezzaquaresima era una festa di origine pagana, che si intreccia o nasce dalla Segavecchia, festa tradizionale molto diffusa non solo in Romagna e che tuttora si celebra in varie parti.
Carlo Piancastelli, nel suo Saggio di una bibliografia delle tradizioni popolari di Romagna, pubblicato nel 1933, enumera una serie di foglietti d’invito alla Segavecchia di Forlimpopoli di cui il più antico risale al 1737. La festa della Segavecchia, molto comune in Romagna, interrompeva il grigiore della Quaresima con un giorno di carnevale che comprendeva una fiera di bestiame, balli, giochi, la sfilata del carro della Vecchia (rappresentata da un enorme e grottesco mascherone) e il corteo di carri accompagnati dal lancio di confetti e di aranci. La Vecchia, nella tradizione romagnola, era vista come la colpevole di tutti i mali della stagione agricola passata e per questa colpa veniva segata o, come succede a Casola, bruciata in piazza con un rogo di purificazione tra canti e balli. I carri che sfilavano e che ancora oggi sfilano in molte parti della Romagna sono di tipo carnevalesco, cioè fedeli alla tradizione antica. Allora che succede ai carri di Casola che si differenziano totalmente, infatti non sono carri di festa carnevalesca, di puro divertimento, ma “carri di pensiero”.
Giuseppe Pittano, linguista, giornalista, scrittore, costruttore di carri ci viene in aiuto: “ Alla fine del secolo scorso in molti centri si tenevano sfilate di carri storici, ad esempio i famosi “carri etruschi” di Bologna, ma erano carri festosi e carnevaleschi. E’ probabile che la manifestazione casolana abbia preso spunto da altre sfilate a carattere storico, tuttavia qui si è passati al tono serio della storia e il passo dalla storia alla politica è un passo quasi obbligato.”(1)
La peculiarità “dei carri di pensiero” nasce dunque alla fine del secolo. Sono gli anni di Andrea Costa, che dalla vicina Imola diffonde anche nella Valle del Senio le idee socialiste rivoluzionarie. Così descrive Giuseppe Pittano : “I socialisti sono tra i più accaniti costruttori di carri e avvertono la loro potenzialità di propaganda e di indottrinamento, soprattutto considerando la scarsissima diffusione della stampa e l’alto grado di analfabetismo. Il carro con le sue allegorie elementari, era un affresco medioevale con il quale si spiegavano agli analfabeti le grandi tematiche. Il carro allegorico ricade in questa letteratura popolare.
Alla costruzione dei primi carri politici diede un contributo fondamentale la categoria dei calzolai, nerbo del socialismo e del movimento sindacale casolano. Le botteghe di calzoleria rappresentavano i circoli più politicizzati del paese”(1)
Ed è probabile che, proprio sul deschetto di un calzolaio, fra coltelli, chiodini dalla varia foggia, zoccoli da riparare e finiti, siano nati i “carri di pensiero”.
Della potenza comunicativa dei “carri di pensiero” se ne accorse presto anche il fascismo, che trasformò la sfilata dei carri di Casola in strumenti di propaganda ed esaltazione del regime.
“Portò in piazza tutta la mitologia fascista con conquista dei mari, dei cieli,dell’impero,ecc.” (1)
Ma anche in pieno fascismo, ad esempio nel 1931, socialisti e comunisti, capeggiati da Aurelio Acerbi, sfidarono il regime e portarono in piazza un carro antifascista dal titolo “ Le grandi tappe della storia”, che aveva ottenuto l’autorizzazione della Prefettura perché ritenuto celebrativo delle conquiste del fascismo. L’ideatore e alcuni tra i costruttori pagarono poi le conseguenze di questo atto di coraggio” (1).
Furono esclusi dalla premiazioni e sottoposti all’ammonizione, come si diceva allora. Il forte radicamento della tradizione della costruzione dei ‘
carri di pensiero”, non credo ci sia un casolano che direttamente o indirettamente non abbia partecipato alla costruzione di un carro, trova le sue fondamenta in questa storia.
Mi è sembrato importante sottolineare questo aspetto della Festa di Primavera che nella pubblicistica di oggi, stranamente non si fa cenno e che molti non conoscono, soprattutto i più giovani, almeno mi pare.
(1) (fonte, Intervista al casolano Giuseppe Pittano linguista, giornalista, scrittore (1921- 1995) di Giuseppe Sangiorgi – Il Senio mensile maggio 1982) . GPSPer saperne di più
sulla storia dei “carri di pensiero”
QUI
Le Foto: Carri
in costruzione,
Edizioni precedenti QUI
Video da YouTube edizione 2005
(durata 10 minuti) QUI
Il Programma della manifestazione e
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