Un disegno di legge di legge licenziato dal Cdm lascia intravedere l'obbligo di iscrizioneal registro per chi ha attività editoriali, forse anche per chi ha un blog o un sito. Nessuna approvazione con riserva o astensione condizionata. Stavolta tutti d’accordo.
Lo ha evidenziato, poche ore fa Valentino Spataro sul sito www.civile.it .
Consiglio dei ministri del 12 ottobre: il governo approva e manda all'esame del Parlamento il testo che vuole cambiare le regole del gioco del mondo editoriale, per i giornali e anche per Internet.
Lo ha evidenziato, poche ore fa Valentino Spataro sul sito www.civile.it .
Consiglio dei ministri del 12 ottobre: il governo approva e manda all'esame del Parlamento il testo che vuole cambiare le regole del gioco del mondo editoriale, per i giornali e anche per Internet.
E' un disegno di legge complesso, 20 pagine, 35 articoli, che adesso comincia a seminare il panico in Rete. Chi ha un piccolo sito, perfino chi ha un blog personale vede all'orizzonte obblighi di registrazione, burocrazia, spese impreviste. Soprattutto teme sanzioni penali più forti in caso di diffamazione.
Articolo 6 del disegno di legge. C'è scritto che deve iscriversi al ROC, in uno speciale registro custodito dall'Autorità per le Comunicazioni, chiunque faccia "attività editoriale". L'Autorità non pretende soldi per l'iscrizione, ma l'operazione è faticosa e qualcuno tra i certificati necessari richiede il pagamento del bollo. Attività editoriale - continua il disegno di legge - significa inventare e distribuire un "prodotto editoriale" anche senza guadagnarci. E prodotto editoriale è tutto: è l'informazione, ma è anche qualcosa che "forma" o "intrattiene" il destinatario (articolo 2). I mezzi di diffusione di questo prodotto sono sullo stesso piano, Web incluso.
Scritte così, le nuove regole sembrano investire l'intero pianeta Internet, anche i siti più piccoli e soprattutto i blog.
Anche Internet, quindi, entrerebbe a pieno titolo nell'orbita delle norme penali sulla stampa. Ne può conseguire che ogni sito, se tenuto all'iscrizione al ROC, debba anche dotarsi di una società editrice e di un giornalista nel ruolo di direttore responsabile. Ed entrambi, editore e direttore del sito, risponderebbero del reato di omesso controllo su contenuti diffamatori. Questo, ai sensi degli articoli 57 e 57 bis del codice penale.
Morale:se vogliamo continuare a scrivere sui nostri blog ed a esprimerci liberamente non possiamo permetterci di lasciar passare inosservato questo provvedimento.
E’ Ricardo Franco Levi, braccio destro di Prodi, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, che ha partorito questo obbrobrio, vuol trasformare l’Italia come uno dei seguenti Paesi: Corea del Nord, Cina, Tunisia, Egitto, Bielorussia, Iran, Birmania, Siria, Turkmenistan, paesi meno liberi e nemici del Web. Va fermato!
Falla girare
Invito tutti gli altri blogger a diffondere nei loro blog la notizia.
Vi segnalo inoltre che in rete è già iniziata la raccolta firme per la petizione contro il disegno di legge. http://firmiamo.it/nointernettax GPS
Articolo 6 del disegno di legge. C'è scritto che deve iscriversi al ROC, in uno speciale registro custodito dall'Autorità per le Comunicazioni, chiunque faccia "attività editoriale". L'Autorità non pretende soldi per l'iscrizione, ma l'operazione è faticosa e qualcuno tra i certificati necessari richiede il pagamento del bollo. Attività editoriale - continua il disegno di legge - significa inventare e distribuire un "prodotto editoriale" anche senza guadagnarci. E prodotto editoriale è tutto: è l'informazione, ma è anche qualcosa che "forma" o "intrattiene" il destinatario (articolo 2). I mezzi di diffusione di questo prodotto sono sullo stesso piano, Web incluso.
Scritte così, le nuove regole sembrano investire l'intero pianeta Internet, anche i siti più piccoli e soprattutto i blog.
Anche Internet, quindi, entrerebbe a pieno titolo nell'orbita delle norme penali sulla stampa. Ne può conseguire che ogni sito, se tenuto all'iscrizione al ROC, debba anche dotarsi di una società editrice e di un giornalista nel ruolo di direttore responsabile. Ed entrambi, editore e direttore del sito, risponderebbero del reato di omesso controllo su contenuti diffamatori. Questo, ai sensi degli articoli 57 e 57 bis del codice penale.
Morale:se vogliamo continuare a scrivere sui nostri blog ed a esprimerci liberamente non possiamo permetterci di lasciar passare inosservato questo provvedimento.
E’ Ricardo Franco Levi, braccio destro di Prodi, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, che ha partorito questo obbrobrio, vuol trasformare l’Italia come uno dei seguenti Paesi: Corea del Nord, Cina, Tunisia, Egitto, Bielorussia, Iran, Birmania, Siria, Turkmenistan, paesi meno liberi e nemici del Web. Va fermato!
Falla girare
Invito tutti gli altri blogger a diffondere nei loro blog la notizia.
Vi segnalo inoltre che in rete è già iniziata la raccolta firme per la petizione contro il disegno di legge. http://firmiamo.it/nointernettax GPS
1 commento:
Ciao, sono d'accordo, anche perchè secondo me questo è solo il primo passo per cercare di far fuori definitivamente la possibilità di avere una libera espressione via web. L'unica è stare tutti insieme compatti. Siamo tantissimi bloggers e dobbiamo vendere cara la pelle (sono incazzato nero!!!)
ciao
http://trailrealeelimmaginario.typepad.com/tra_il_reale_e_limmaginar/
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