Personaggio di spicco della politica imolese del dopoguerra. Prima sindaco e poi deputato per diverse legislature. Martedì 24 la Camera ardente in Municipio e mercoledì 25 alle 9,30 i funerali con cerimonia in piazza Gramsci.
Enrico Gualandi ci ha lasciato. Imola perde uno dei personaggi più rappresentativi del suo dopoguerra. La notizia, a sorpresa, mi ha colto questa domenica mattina. Appena quindici giorni fa assieme avevamo presentato a Imola, nel giardino del Cidra, l’ultimo libro di Natate Tampieri. Enrico mi era sembrato il solito: batttagliero, con la voglia di dire la sua, seppur amareggiato e preoccupato per questa fase politica che avrebbe portato ulteriori fratture nella sinistra. Lui, comunista da sempre, figlio del capo partigiano Guido Gualandi (il Moro), prima segretario di federazione Pci a Imola (tra gi artefici della nascita del settimnale “sabato sera”), poi sindaco della città dal 1971 al 1976 quando lasciò perchè candidato alla Camera dei deputati, dove rimase per tre legislature (dal 1976 al 1987). E alla fine del mandato parlamentare ha continuato a dedicare la sua vita alla politica, come Presidente della Lega delle autonomie locali (dove oggi è ancora responsabile dell'area tributi) e come presidente dell'Anpi di Imola e membro del Consiglio nazionale dell’associazione.Purtroppo nella notte tra sabato 21 e domenica 22 un malore lo ha portato via a 77 anni (Enrico era nato il 17 novembre 1930).Martedì 24 è prevista la Camera ardente in Municipio per l'ultimo saluto e mercoledì 25 alle 9,30 i funerali con cerimonia in piazza Gramsci.Gualandi ha partecipato come attore a tutte le fasi di trasformazione del suo partito: da Pci a Pds poi a Ds. Però ora, alla vigilia della nascita del partito democratico si era tirato fuori. Il progetto non lo convinceva. Di una cosa sono certo, la sua morte è una grave perdita per tutta la sinistra, soprattutto in questa fase. La sua grinta e le sue capacità politiche sarebbero servite a delineare il futuro della sinistra imolese e non solo. E' sempre stato un uomo di dialogo e fino a pochi giorni fa parlava ancora della necessità di un dialogo tra le forze socialiste e riformiste per rispondere alle esigenze del Paese. Valerio Zanotti (da sabatoseraonline.it).
Nella foto Gualandi insieme al Capitano Inglese a Monte Cece, in occasione dell’inaugurazione del monumento che ricorda i militari della Prima Divisione di Fanteria Britannica che, nell'autunno del 1944, combatterono contro le forze tedesche occupanti per la conquista della vetta del Monte. GPS
Enrico Gualandi ci ha lasciato. Imola perde uno dei personaggi più rappresentativi del suo dopoguerra. La notizia, a sorpresa, mi ha colto questa domenica mattina. Appena quindici giorni fa assieme avevamo presentato a Imola, nel giardino del Cidra, l’ultimo libro di Natate Tampieri. Enrico mi era sembrato il solito: batttagliero, con la voglia di dire la sua, seppur amareggiato e preoccupato per questa fase politica che avrebbe portato ulteriori fratture nella sinistra. Lui, comunista da sempre, figlio del capo partigiano Guido Gualandi (il Moro), prima segretario di federazione Pci a Imola (tra gi artefici della nascita del settimnale “sabato sera”), poi sindaco della città dal 1971 al 1976 quando lasciò perchè candidato alla Camera dei deputati, dove rimase per tre legislature (dal 1976 al 1987). E alla fine del mandato parlamentare ha continuato a dedicare la sua vita alla politica, come Presidente della Lega delle autonomie locali (dove oggi è ancora responsabile dell'area tributi) e come presidente dell'Anpi di Imola e membro del Consiglio nazionale dell’associazione.Purtroppo nella notte tra sabato 21 e domenica 22 un malore lo ha portato via a 77 anni (Enrico era nato il 17 novembre 1930).Martedì 24 è prevista la Camera ardente in Municipio per l'ultimo saluto e mercoledì 25 alle 9,30 i funerali con cerimonia in piazza Gramsci.Gualandi ha partecipato come attore a tutte le fasi di trasformazione del suo partito: da Pci a Pds poi a Ds. Però ora, alla vigilia della nascita del partito democratico si era tirato fuori. Il progetto non lo convinceva. Di una cosa sono certo, la sua morte è una grave perdita per tutta la sinistra, soprattutto in questa fase. La sua grinta e le sue capacità politiche sarebbero servite a delineare il futuro della sinistra imolese e non solo. E' sempre stato un uomo di dialogo e fino a pochi giorni fa parlava ancora della necessità di un dialogo tra le forze socialiste e riformiste per rispondere alle esigenze del Paese. Valerio Zanotti (da sabatoseraonline.it).
Nella foto Gualandi insieme al Capitano Inglese a Monte Cece, in occasione dell’inaugurazione del monumento che ricorda i militari della Prima Divisione di Fanteria Britannica che, nell'autunno del 1944, combatterono contro le forze tedesche occupanti per la conquista della vetta del Monte. GPS
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