giovedì 3 aprile 2008

Pizza,tarallucci e vino

Dopo la riesumazione di Padre Pio, ecco puntuale la riesumazione del simulacro DC.
Il Consiglio di Stato ha giudicato illegittima l’esclusione della Dc, così come “illegalmente” deciso dal Ministero dell’Interno. Tanto che Amato è costretto a dire: "Non escludo rinvio elezioni dopo riammissione Dc".
L’alfiere della diatriba è Giuseppe Pizza, detto Pino, discusso leader di una micro Dc personale e fantasma. Il nostro diventato improvvisamente protagonista inaspettato della più clamorosa “stoppata” preelettorale della storia repubblicana, si affretta a dire: “Adesso sequestrate simbolo Udc”, “In troppi e troppo presto ci avevano dati per morti, La Dc c’è, sta con Berlusconi e sarà decisiva in queste elezioni”.
La vicenda del nostro Pino e la sua deambulazione (qui) politica è una vicenda tutta italiana. Con la sua entrata nel Popolo delle Libertà, la sua battaglia per la riesumazione del simulacro DC diventava funzionale al Bellachioma nella sua lotta contro l’odiato ex alleato Casini.
La situazione è alquanto surreale, ma evidenza perfettamente la schizofrenia e il limite del collasso del sistema politico italiano. C’è qualcosa di grave che non funziona nel sistema politico-istituzionale. Questa storia puzza più della monnezza napoletana. Sa d’imbroglio e di Repubblica delle banane.
Pizza per ora fa il duro. In realtà, si sussurra, che a Pizza e soci potrebbe essere offerto qualche posto nel nuovo governo che Berlusconi è sicuro di portare a casa, o nel sottogoverno. Tutto come sempre finirà a tarallucci e vino.
Un ulteriore conferma che questa benedetta Italia sta diventando sempre di più un Paese del Quarto Mondo. GPS

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