Dopo i Polli della libertà su Libero oggi:
“Dove non fa guai l’incapacità dei propri dirigenti e la confusione totale di ruoli e decisioni, a complicare la vita al PdL ci si mette pure una certa iella”
“Candidature decise in privato e tenute nascoste ai vertici del partito, pasticciacci burocratici che anche un bimbo avrebbe saputo evitare, il partito più amato dagli italiani è riuscito fin qui soprattutto a picconare un patrimonio che sembrava impossibile da dilapidare.”
Visto che ognuno a i suoi polli, nel pollaio si è messo a razzolare anche un pollo democratico. E’ la prima cosa che mi è venuta in mente quando ho visto quello che ha scritto l’ Adinolfi sul suo blog:
“Lo dico subito: sono convinto che escludere il Pdl dalle elezioni regionali a Roma sia un errore politico colossale per il Partito democratico e per il centrosinistra.” e poi il fatidico “Prima della burocrazia viene la democrazia”.
Ora che cosa centra il Pd con la “manica di imbecilli” che hanno combinato il “pasticciaccio” presentando in ritardo la documentazione, con la conseguente esclusione della Lista Polverini, niente di niente. E’ una partita tutta giocata in casa e lo sanno ormai bene anche i muri, dunque l’ Adinolfi mente sapendo di mentire.
Anche per un pollo democratico dovrebbe valere il principio che le regole vanno rispettate. Invece no, il nostro spotta: “Prima della burocrazia viene la democrazia”, che è un po’ come dire “Più gnocca per tutti”.
Riepilogando, a Roma non si rispettano i tempi, a Padova, in quel di Monselice, si fanno firmare i morti, a Milano, per altri pastrocchi vari, non si raggiunge il numero di firme.
Che famo? La cura Adinolfi :
l’ora vale 120 minuti; sui morti, sta a guardare il pelo nell’uovo, cadeverino più, cadaverino meno cosa sarà mai; i numeri, l’uno del PDL vale dieci.
Poi con la cura adinolfiana ci potremmo allargare, per contenere questa burocrazia asfissiante, ad esempio alle operazioni di voto e allo spoglio.
Voi mettere oggi, un povero cristo che va ha votare. Deve andare al seggio, avere il certificato e un documento valido, presentarsi, prendere la scheda, la matita copiativa, andare in un bugigattolo – pensante solo chi soffre di claustrofobia – aprire la scheda, scegliere fra una miriade di simboli e nomi e poi addirittura sta burocrazia pretende che tu faccia centro con una croce su un solo simbolo. E’ vero tutto questo è troppo, bisogna sburocratizzare.
Idea, forse conviene appaltare. Il modello c’è e pare funzioni. La premiata ditta degli Italiani all’estero Nicola Di Girolamo&Mokbel, venuta alla ribalta in questi giorni.
Burocrazia zero!, pensano tutto loro, ammissione liste, voto, scrutinio e proclamazione degli eletti. Forse il pollo democratico Adinolfi a ragione si toglierebbe a tutti un gran peso. Comunque quando non si sa cosa si dire farebbe bene stare zitti e questo vale soprattutto per i cosiddetti dirigenti anche per non fare la figura dei polli. GPS
“Dove non fa guai l’incapacità dei propri dirigenti e la confusione totale di ruoli e decisioni, a complicare la vita al PdL ci si mette pure una certa iella”
“Candidature decise in privato e tenute nascoste ai vertici del partito, pasticciacci burocratici che anche un bimbo avrebbe saputo evitare, il partito più amato dagli italiani è riuscito fin qui soprattutto a picconare un patrimonio che sembrava impossibile da dilapidare.”
Visto che ognuno a i suoi polli, nel pollaio si è messo a razzolare anche un pollo democratico. E’ la prima cosa che mi è venuta in mente quando ho visto quello che ha scritto l’ Adinolfi sul suo blog:
“Lo dico subito: sono convinto che escludere il Pdl dalle elezioni regionali a Roma sia un errore politico colossale per il Partito democratico e per il centrosinistra.” e poi il fatidico “Prima della burocrazia viene la democrazia”.
Ora che cosa centra il Pd con la “manica di imbecilli” che hanno combinato il “pasticciaccio” presentando in ritardo la documentazione, con la conseguente esclusione della Lista Polverini, niente di niente. E’ una partita tutta giocata in casa e lo sanno ormai bene anche i muri, dunque l’ Adinolfi mente sapendo di mentire.
Anche per un pollo democratico dovrebbe valere il principio che le regole vanno rispettate. Invece no, il nostro spotta: “Prima della burocrazia viene la democrazia”, che è un po’ come dire “Più gnocca per tutti”.
Riepilogando, a Roma non si rispettano i tempi, a Padova, in quel di Monselice, si fanno firmare i morti, a Milano, per altri pastrocchi vari, non si raggiunge il numero di firme.
Che famo? La cura Adinolfi :
l’ora vale 120 minuti; sui morti, sta a guardare il pelo nell’uovo, cadeverino più, cadaverino meno cosa sarà mai; i numeri, l’uno del PDL vale dieci.
Poi con la cura adinolfiana ci potremmo allargare, per contenere questa burocrazia asfissiante, ad esempio alle operazioni di voto e allo spoglio.
Voi mettere oggi, un povero cristo che va ha votare. Deve andare al seggio, avere il certificato e un documento valido, presentarsi, prendere la scheda, la matita copiativa, andare in un bugigattolo – pensante solo chi soffre di claustrofobia – aprire la scheda, scegliere fra una miriade di simboli e nomi e poi addirittura sta burocrazia pretende che tu faccia centro con una croce su un solo simbolo. E’ vero tutto questo è troppo, bisogna sburocratizzare.
Idea, forse conviene appaltare. Il modello c’è e pare funzioni. La premiata ditta degli Italiani all’estero Nicola Di Girolamo&Mokbel, venuta alla ribalta in questi giorni.
Burocrazia zero!, pensano tutto loro, ammissione liste, voto, scrutinio e proclamazione degli eletti. Forse il pollo democratico Adinolfi a ragione si toglierebbe a tutti un gran peso. Comunque quando non si sa cosa si dire farebbe bene stare zitti e questo vale soprattutto per i cosiddetti dirigenti anche per non fare la figura dei polli. GPS
1 commento:
è bello vedere come "rispetto per le regole" diventa "inutile burocrazia" quando chi invoca le regole le disattende perché è un coglione.
Si comincia con gli adniolfi e si finisce a regalare mollette per il bucato, occhio. ;)
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