La procura di Torino ha chiuso l’inchiesta per falso ideologico sulla lista “Pensionati per Cota”, presentata in Piemonte alle ultime elezioni regionali, concludendo che diciotto firme su diciannove erano false: tutte apposte da Michele Giovine capolista e suo padre.
Michele Giovine, esponente principale della lista Pensionati per Cota, rieletto in consiglio regionale con 27.000 preferenze, è indagato per falso ideologico,
Questo vuol dire che la lista era “farlocca” e che gli elettori sono stati imbrogliati.
Si tenga conto che il Cota ha battuto Mercedes Bresso per soli novemila voti: appena un terzo di quelli andati alla lista di Michele Giovine.
Sarà il Tar il 1° luglio che dovrà decidere e pronunciarsi sull’eventuale annullamento delle elezioni.
In aula durante l’ultimo Consiglio regionale, si è visto un Cota in grattugia e furibondo, ha scatenato una bagarre. Tanto che la seduta è stata sospesa più volte. Si è fatto un comizio, ha urlato al golpe e lasciando tutti di stucco è uscito dall’aula dicendo ai consiglieri: “Me ne vado perchè ho da fare, io vado a lavorare”. Arroganza, stupidità e prepotenza ha volte fanno brutti scherzi.
Rivolgiamo anche noi al Cota la domanda di base e facile facile fatta oggi da Piovono Rane:
“è giusto, in una democrazia, che un governatore sia eletto con i voti decisivi di una lista che si è presentata con 18 firme false su 19? Cota dovrebbe solo avere il coraggio di rispondere.
E se la risposta fosse no, dovrebbe mollare la poltrona. Ma se fosse sì, costituirebbe la legittimazione di ogni futura violazione della legge, perché una volta accettato che il codice si può violare, a quel punto chiunque può farlo, e in tutti i modi”.
Intanto il nostro Cota, se lo scoprano che ha rubato le elezione, mette le mani in avanti: “ci sarebbe una rivolta '' GPS
Michele Giovine, esponente principale della lista Pensionati per Cota, rieletto in consiglio regionale con 27.000 preferenze, è indagato per falso ideologico,
Questo vuol dire che la lista era “farlocca” e che gli elettori sono stati imbrogliati.
Si tenga conto che il Cota ha battuto Mercedes Bresso per soli novemila voti: appena un terzo di quelli andati alla lista di Michele Giovine.
Sarà il Tar il 1° luglio che dovrà decidere e pronunciarsi sull’eventuale annullamento delle elezioni.
In aula durante l’ultimo Consiglio regionale, si è visto un Cota in grattugia e furibondo, ha scatenato una bagarre. Tanto che la seduta è stata sospesa più volte. Si è fatto un comizio, ha urlato al golpe e lasciando tutti di stucco è uscito dall’aula dicendo ai consiglieri: “Me ne vado perchè ho da fare, io vado a lavorare”. Arroganza, stupidità e prepotenza ha volte fanno brutti scherzi.
Rivolgiamo anche noi al Cota la domanda di base e facile facile fatta oggi da Piovono Rane:
“è giusto, in una democrazia, che un governatore sia eletto con i voti decisivi di una lista che si è presentata con 18 firme false su 19? Cota dovrebbe solo avere il coraggio di rispondere.
E se la risposta fosse no, dovrebbe mollare la poltrona. Ma se fosse sì, costituirebbe la legittimazione di ogni futura violazione della legge, perché una volta accettato che il codice si può violare, a quel punto chiunque può farlo, e in tutti i modi”.
Intanto il nostro Cota, se lo scoprano che ha rubato le elezione, mette le mani in avanti: “ci sarebbe una rivolta '' GPS
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