mercoledì 10 novembre 2010

Come cagare in testa ai legaioli in due mosse, ovvero lezioni di stile e umanità

Quelli di Acquaformosa, piccolo comune arbereshe in provincia di Cosenza, lo scorso anno si erano autoproclamati ''Comune deleghistizzato'' con tanto di cartello agli ingressi del paese.
Inoltre si erano dotati anche di un Decalogo sui comportamenti da tenere in un paese “deleghistizzato”:
1. Nel nostro paese non togliamo le panchine per gli immigrati, anzi le dotiamo di cuscini. (cit. Gentilini)
2. Nel nostro paese non disinfettiamo i luoghi dove vivono gli immigrati: i nostri luoghi sono puliti naturalmente. (cit. Borghezio)
3. Nel nostro paese è vietato scrivere “forza Etna” o “forza Vesuvio”: è consentito scrivere “fate l’amore e non la guerra”. (cit. Pontida)
4. Nel nostro paese è vietato fare gli esami di dialetto per l’insegnamento nelle scuole: basta l’esame di abilitazione Nazionale.
5. Nel nostro paese non sono ammesse le ronde: è consentito il libero passeggio e lo “struscio”
6. Nel nostro paese sono abolite le magliette con scritte offensive verso l’Islam: meglio essere nudi che cretini. (cit Calderoli).
7. Nel nostro paese non si possono cantare le canzoni che inneggiano alla “monezza” di Napoli: si può cantare “O’ sole mio”. (cit. Salvini)
8. Nel nostro paese non occorre affermare di avercelo duro: tutti lo sanno già. (Cit. Bossi)
9. Nel nostro paese non si può gridare “Roma Ladrona “: si può cantare “Roma capoccia”. (Cit. Maroni)
10. Nel nostro paese Alberto da Giussano è ritenuto un dilettante al cospetto del nostro Giorgio Castriota Skanderbergh.
Da Acquaformosa, dopo l' alluvione che ha messo in ginocchio il Veneto, è partita subito una sottoscrizione per aiutare quelle popolazioni stremate dalle inondazioni.
Nel Municipio del piccolo comune da alcuni giorni c'e' un grande salvadanaio che accoglierà le offerte di tutti i cittadini per gli alluvionati del nord est. A contribuire per primo è il sindaco Giovanni Manoccio. ''Devolvero' il mio stipendio di primo cittadino''. (Fonte ANSA)

E per il presidente Zaia una lettera:
"Egregio Signor Presidente - esordisce il sindaco - con la presente Le voglio esprimere la solidarietà mia e dei miei concittadini per la situazione difficilissima in cui versa la Sua regione per i danni prodotti dalle intemperie atmosferiche di questi giorni".
"Ho voluto scrivere questa lettera - continua - perché nell'estate di due anni fa Lei ebbe una polemica con me sulla scelta fatta dal mio consiglio comunale di dichiarare il territorio del comune di Acquaformosa, di cui sono Sindaco, Deleghistizzato; Lei non ebbe parole simpatiche nei miei confronti, mostrando un atteggiamento poco rispettoso.
Il Sud e' una parte d'Italia dove i sentimenti di solidarietà sono costantemente vivi e presenti, noi soffriamo quotidianamente e siamo vicini a chi subisce la nostra stessa sorte in ogni parte del mondo, figurarsi se la sofferenza avviene in una parte della nostra nazione, come per appunto il Veneto".

Infine l'offerta: "Per esserle vicino nei fatti e non solo a parole - scrive Manoccio - ho lanciato fra i miei cittadini una sottoscrizione "pro-alluvionati del Veneto" a cui io personalmente aderirò devolvendo la mia indennità mensile di Sindaco". Segue poi una descrizione dei danni provocati negli anni dal maltempo in Calabria: disagi ai quali la Protezione Civile aveva promesso di porre rimedio con l'erogazione di fondi, mai arrivati.
Da qui l'ammonimento finale del sindaco calabrese: "Mi auguro che Lei, signor presidente, ma soprattutto i suoi cittadini siano più fortunati di noi, mi auguro che la protezione civile nazionale ed il governo non facciano solo proclami ma intervengano con urgenza per ripristinare le condizioni di ripresa economica e che diano una casa a tutte le persone che purtroppo l'hanno persa. In conclusione spero che nel nostro paese prevalgano le istanze di solidarietà e di sussidiarietà e che si salvaguardi l'aspetto primario e l'unico bene comune che e': l'unita d'Italia". (fonte cn24.tv)
KO tecnico ai legaioli per stile e umanità. GPS

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