Almeno fra preti, seminaristi e
suore dovrebbe essere di casa il famoso appello biblico a "porgere l'altra
guancia". Invece all'ombra del Cupolone, in questi tempi duri e tempestosi,
è il darsele di santa ragione che è di moda.
Succede che la Clericus Cup, il torneo
calcistico internazionale tra monsignori, preti e seminaristi dei vari pontifici
istituti presenti a Roma, giunto alla sesta edizione, non avrà più il
patrocinio della sezione Chiesa e Sport del Pontificio.
Alla Clericus Cup, iniziata il
2 marzo scorso, partecipavano 16 squadre supportate da suore e dai tifosi in
tonaca. Ben 351 i giocatori iscritti con passaporto di 71 nazioni diverse. Il
motto di questa edizione è “Giocare per credere”.
Il “Giocare per credere” ha sbarellato, è andato fuori
controllo e si è trasformato in “Giocare per calciare”. Risse, pedate, cazzotti e
calcioni benedetti in campo e sugli spalti striscioni offensivi e provocatori
con le suorine in prima fila più incavolate e focose che mai.
Così dall’alto fanno sapere
che la Clericus Cup
ha “tradito” lo spirito originario e ha imboccato deriva “diseducativa”, pertanto niente patrocinio. Il Tarcisio
Bertone pare pensi per il prossimo anno alla “Monacha Cup”, con le religiose tutte in calzoncini
corti regolamentari, sperando di non avere sorprese. GPS
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