La decisione della FIAT di mettere in mobilità (licenziamento mascherato) nella fabbrica di Pomigliano 19 lavoratori, dopo che l’ordinanza della Corte d’Appello di Roma aveva obbligato l’azienda a riassumere i 19 dipendenti di FIAT Group Automobiles iscritti alla FIOM e licenziati in modo illegittimo perchè discriminati, è una bastardata.
Un atto di arroganza e di prepotenza di un manager che calpesta il diritto dello Stato, oltre ai più elementari diritti dei lavoratori. In un annunciato piano di reintegro di 2.300 lavoratori non c’ è posto per 19 unità?
E’ una vergogna. Marchionne, il bastardo, con la sua insopportabile boria non perde occasione per cercare di dividere i lavoratori, aumentare il conflitto per cercare di mascherare i suoi fallimenti e in cerca di un alibi per coprire le bufale raccontate fino ad ora.
“La Fiat è un’azienda privata che si regge su finanziamenti pubblici. Dal 1975 ad oggi ha ottenuto dallo Stato italiano l’incredibile somma di 220 miliardi di euro. Vanno calcolate tutte le voci: dalla cassa integrazione per i dipendenti ai prepensionamenti, dalle rottamazioni concesse dietro l’esborso dello Stato italiano, agli stabilimenti costruiti con i soldi dei contribuenti italiani e i contributi statali. Solo per i contributi in conto capitale gli abbiamo dato 6.059 miliardi di lire..”
In un paese civile le sentenze della magistratura si rispettano, ricatti, ritorsioni, rappresaglie sono inaccettabili per chi specula sui finanziamenti statali e non rispetta patti e leggi.
Oggi il ministro dello Sviluppo economico, il timido Corrado Passera al Il Sole 24 Ore:
“Non entro nel merito di decisioni interne (ma sta Passera in dove c....o entra?), ma non mi è piaciuta la mossa che è stata fatta”.
Questo non lo svegliamo neanche con un fiasco di sbranina. GPS
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