La “discesa in campo” di Mario Monti, premier dimissionario dopo 401 giorni trascorsi a Palazzo Chigi pare abbia fatto flop.
La melina del passo avanti o passo indietro tanto strombazzata dai centrini ricicloni, sia quelli della Panda sia quelli con il Crocefisso, si sta rivelando un disastro. Un fatale boomerang che non ha certo giovato neanche all'immagine di super partes che al premier tecnico veniva riconosciuta.
Per mesi e ogni santo giorno i nostri, in modo patetico e sconfortante come orologi a cucù, si sono incaponiti tanto che a bocca aperta non sapevano far altro che pronunciare “Agenda Monti”, convinti di fare una gran cosa per il Super Mario.
Ma la magica parolina pronunciata dal “centrino” di Casini-Fini-Montezemolo puzzava di rancido, assomigliava molto più ad un mega pannolone utile soprattutto per assorbire e mascherare le peggiori porcate, le disastrose bischerate e giravolte politiche.
L’impresentabile “centrino” e la truppa a codazzo dei transfughi del Pdl in cerca di riciclo sperava di aggrapparsi alla santa “Agenda Monti”, soprattutto per non sparire dal Parlamento.
Mario Mario ha oggi abbandonato i centrini: “Il mio nome sulla lista? Non ci ho mai pensato”, ma il tormentone dell’Agenda Monti di dietro al “Non mi schiero con nessuno”,”Non mi candido”, non è terminato.
Il Super Mario non si candida ma sta per candidarsi, ma questo non vuol dire che si candiderà ma per adesso sta fuori. Si sente exstra partes ma dal di dentro, si sente dentro ma dal di fuori, assomiglia sempre più ad una trottola statica. Come si dice intermini raffinatamente politici: che due maroni. GPS
1 commento:
Mi viene semplicemente da aggiungere, sorridendo, la famosa frase di cesareana memoria, che è presente anche a lato di questo blog: “Alea iacta est!”
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