“L’uomo che verrà”, è il film più premiato all’ultima edizione del Festival Internazionale del Cinema di Roma, dove ha vinto il "Gran Premio della Giuria" Marc’Aurelio d’argento e il Premio del pubblico come "miglior film". Diretto da Giorgio Diritti, è uscito nelle sale cinematografiche ieri sera.
Protagonista maschile della pellicola è l’attore ravennate Claudio Casadio, co-direttore artistico di Accademia Perduta - Romagna Teatri ed interprete di tanti spettacoli teatrali.
Vi avevo già parlato degli amici dell’ Accademia Perduta/Romagna Teatri - Teatro Stabile d’Arte Contemporanea diretto da Ruggero Sintoni e Claudio Casadio . Gi inventori autentici, di “Casola una favola”. Claudio in Valle è conosciuto come attore, grazie proprio alle serate del teatro per ragazzi di Casola.
Oggi ce lo ritroviamo come attore protagonista del film di Giorgio Diritti. Di seguito l’intervista fatta da Milanoweb a Claudio Casadio
Nel suo curriculum leggiamo che è specializzato nel teatro per ragazzi. Come mai questa scelta?
“Come attore e regista ho sempre voglia di raccontare storie fantastiche, di emozionare e penso che il pubblico dei ragazzi sia più recettivo da questo punto di vista in quanto più sincero. Comunque cerco sempre di mettere in scena degli spettacoli che possano essere leggibili a più livelli: da 5 anni, per esempio, sto proponendo sia in Italia che all'estero (in particolar modo in Francia) 'Pollicino' che può essere gradito da un pubblico vasto. E' proprio grazie a questo spettacolo che sono stato notato e poi contattato da Giorgio Diritti, che conoscevo soprattutto per 'L'uomo che verrà'.”
Com'è stato il passaggio dal palcoscenico al set?
“Per me non è stata solo una bellissima esperienza lavorativa, ma anche di vita. Siamo stati tutti molto onorati di partecipare a questo film, perchè sapevamo che era importante farlo. Si è creato un bel gruppo (composto non solo dagli attori ma anche dalla troupe), che con il passare del tempo è diventato quasi una famiglia. Grazie al cinema ho avuto modo di toccare corde diverse, come il mio vissuto personale e l'intensità che da esso ne deriva; mentre il teatro gioca di più sulla musicalità e la follia.”
Alla 4° edizione del Festival Internazionale del Film di Roma, “L'uomo che verrà” è stato proclamato dal pubblico “miglior film”. Secondo lei come verrà accolto ora nelle sale?
“Questo è un film d'autore, ma anche popolare in quanto sa toccare il cuore dello spettatore e in questo è vicino al Neorealismo perchè tratta grandi temi con semplicità. Spero quindi che l'accoglienza sia buona.”
Non avete paura del “ciclone Avatar”?
“Noi usciremo in 50 sale, mentre 'Avatar' è presente in 900: qui si parla proprio di Davide contro Golia. Però io sono ugualmente fiducioso, perchè so che il pubblico italiano sa anche ascoltare e scegliere altro; ha voglia di storie belle anche se dolorose.”
Quali sono i suoi prossimi progetti?
“Fino a giugno sarò in tour teatrale in giro per l'Europa, poi preparerò uno spettacolo per Spoleto. Nel frattempo vedremo se avrò ancora modo di fare cinema: mi piacerebbe tornare a lavorare con Giorgio Diritti, vedremo.”
Trama del film L’uomo che verrà:
Inverno, 1943. Martina, unica figlia di una povera famiglia di contadini, ha 8 anni e vive alle pendici di Monte Sole. Anni prima ha perso un fratellino di pochi giorni e da allora ha smesso di parlare. La mamma rimane nuovamente incinta e Martina vive nell’attesa del bambino che nascerà, mentre la guerra man mano si avvicina e la vita diventa sempre più difficile, stretti fra le brigate partigiane del comandante Lupo e l’avanzare dei nazisti. Nella notte tra il 28 e il 29 settembre 1944 il bambino viene finalmente alla luce. Quasi contemporaneamente le SS scatenano nella zona un rastrellamento senza precedenti, che passerà alla storia come la strage di Marzabotto.
Protagonista maschile della pellicola è l’attore ravennate Claudio Casadio, co-direttore artistico di Accademia Perduta - Romagna Teatri ed interprete di tanti spettacoli teatrali.
Vi avevo già parlato degli amici dell’ Accademia Perduta/Romagna Teatri - Teatro Stabile d’Arte Contemporanea diretto da Ruggero Sintoni e Claudio Casadio . Gi inventori autentici, di “Casola una favola”. Claudio in Valle è conosciuto come attore, grazie proprio alle serate del teatro per ragazzi di Casola.
Oggi ce lo ritroviamo come attore protagonista del film di Giorgio Diritti. Di seguito l’intervista fatta da Milanoweb a Claudio Casadio
Nel suo curriculum leggiamo che è specializzato nel teatro per ragazzi. Come mai questa scelta?
“Come attore e regista ho sempre voglia di raccontare storie fantastiche, di emozionare e penso che il pubblico dei ragazzi sia più recettivo da questo punto di vista in quanto più sincero. Comunque cerco sempre di mettere in scena degli spettacoli che possano essere leggibili a più livelli: da 5 anni, per esempio, sto proponendo sia in Italia che all'estero (in particolar modo in Francia) 'Pollicino' che può essere gradito da un pubblico vasto. E' proprio grazie a questo spettacolo che sono stato notato e poi contattato da Giorgio Diritti, che conoscevo soprattutto per 'L'uomo che verrà'.”
Com'è stato il passaggio dal palcoscenico al set?
“Per me non è stata solo una bellissima esperienza lavorativa, ma anche di vita. Siamo stati tutti molto onorati di partecipare a questo film, perchè sapevamo che era importante farlo. Si è creato un bel gruppo (composto non solo dagli attori ma anche dalla troupe), che con il passare del tempo è diventato quasi una famiglia. Grazie al cinema ho avuto modo di toccare corde diverse, come il mio vissuto personale e l'intensità che da esso ne deriva; mentre il teatro gioca di più sulla musicalità e la follia.”
Alla 4° edizione del Festival Internazionale del Film di Roma, “L'uomo che verrà” è stato proclamato dal pubblico “miglior film”. Secondo lei come verrà accolto ora nelle sale?
“Questo è un film d'autore, ma anche popolare in quanto sa toccare il cuore dello spettatore e in questo è vicino al Neorealismo perchè tratta grandi temi con semplicità. Spero quindi che l'accoglienza sia buona.”
Non avete paura del “ciclone Avatar”?
“Noi usciremo in 50 sale, mentre 'Avatar' è presente in 900: qui si parla proprio di Davide contro Golia. Però io sono ugualmente fiducioso, perchè so che il pubblico italiano sa anche ascoltare e scegliere altro; ha voglia di storie belle anche se dolorose.”
Quali sono i suoi prossimi progetti?
“Fino a giugno sarò in tour teatrale in giro per l'Europa, poi preparerò uno spettacolo per Spoleto. Nel frattempo vedremo se avrò ancora modo di fare cinema: mi piacerebbe tornare a lavorare con Giorgio Diritti, vedremo.”
Trama del film L’uomo che verrà:
Inverno, 1943. Martina, unica figlia di una povera famiglia di contadini, ha 8 anni e vive alle pendici di Monte Sole. Anni prima ha perso un fratellino di pochi giorni e da allora ha smesso di parlare. La mamma rimane nuovamente incinta e Martina vive nell’attesa del bambino che nascerà, mentre la guerra man mano si avvicina e la vita diventa sempre più difficile, stretti fra le brigate partigiane del comandante Lupo e l’avanzare dei nazisti. Nella notte tra il 28 e il 29 settembre 1944 il bambino viene finalmente alla luce. Quasi contemporaneamente le SS scatenano nella zona un rastrellamento senza precedenti, che passerà alla storia come la strage di Marzabotto.
Infine segnaliamo che questa sera a Faenza cinema Sarti, sabato 23 gennaio serata di presentazione del film. Intervengono Claudio Casadio , protagonista del film, Roberto Cimatti, direttore della fotografia e Simone Bachini di Aranciafilm, casa di produzione del film.
Apertura sala ore 20.00. Inizio serata ore 21.00. Prevendita presso cassa Cinema Sarti (orario spettacoli) Per informazioni 0546-22367 (ore ufficio)
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